Migranti a ex Serini, nipote: togliere il nome

Al nonno Pietro è intestata la vecchia caserma che ospiterà i migranti. Ma Carlo: "Nome non va associato ai clandestini, rimuovere la targa di mio nonno".

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(red.) Carlo Serini è consigliere di circoscrizione per Fratelli d’Italia a Milano. Il cognome non è nuovo nel bresciano, anzi. L’ex caserma militare di Montichiari, infatti, è intestata a Pietro Serini, suo nonno paterno e morto nel 1943 durante uno scontro aereo in guerra. Ma di fronte all’ufficialità che vede la vecchia sede ospitare un centinaio di migranti (130 è la cifra definita dal prefetto di Brescia Valerio Valenti), potrebbe non avere più quel nome. Infatti, il nipote mercoledì 28 settembre ha chiesto che venga rimossa la targa dedicata all’ingresso dell’ex caserma. L’annuncio è giunto in occasione di una conferenza stampa convocata dall’assessore lombardo e dirigente di Fratelli d’Italia Viviana Beccalossi dopo la consegna di un migliaio di firme al prefetto.
Sono le adesioni a una petizione lanciata dal partito per chiedere che all’interno della Serini non vengano ospitati i migranti. Una sorta di impegno a Valenti, massimo rappresentante del Governo nel bresciano, per sollecitare il ministero dell’Interno a cambiare idea. Le critiche sono state rivolte a come l’Esecutivo sta gestendo la situazione dell’immigrazione, ma anche ai possibili rischi di allestire il centro migranti nella vecchia caserma. A poca distanza, infatti, c’è l’aeroporto Gabriele D’Annunzio. Da una parte, come lamentano, potrebbe essere limitato il suo potenziamento, ma dall’altra c’è il rischio per gli stranieri se dovesse succedere qualcosa nei pressi dello scalo.

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