Delitto Mura, sopralluogo in casa di Castenedolo

(red.) Il processo per il delitto di Anna Mura, avvenuto il 16 marzo 2015 nella casa di via Matteotti a Castenedolo, nel bresciano, arriva ai momenti centrali. L’unico imputato è il marito Alessandro Musini che si trova detenuto nel carcere di Canton Mombello e viene difeso dagli avvocati Andrea Pezzangora ed Ennio Buffoli. Martedì mattina 12 luglio, su disposizione del giudice della Corte d’assise di Brescia dove si svolge il procedimento, inizia il sopralluogo sulla casa.
Il biologo forense Vincenzo Agostini, con i consulenti dell’accusa e della difesa e Luciano Garofano dei Ris di Parma, per due mesi passerà al setaccio tutte le stanze dell’abitazione per capire chi abbia ucciso la donna trovata in un lago di sangue. Proprio le tracce ematiche, rinvenute nella stanza del delitto, nel bagno e in altri locali, saranno fondamentali per ricostruire il teatro dell’omicidio. Tra queste, anche le macchie sui vestiti di Musini. In particolare, si vuole capire se siano dovute al contatto con la donna nel tentativo di soccorrerla, oppure se frutto del delitto perpetrato dall’uomo.
Si cerca anche la possibile traccia di un pezzo di piercing di cui si è parlato nelle prime fasi del processo. Mercoledì 13 luglio, invece, si tornerà in tribunale per un’altra udienza, quando saranno sentiti i tre figli della coppia e la sorella della vittima. L’operaio imputato, da sempre si definisce innocente e alcuni elementi emersi nelle indagini e nel procedimento giudiziario gli darebbero ragione. Ma contro di lui c’è la fuga che lo aveva portato a essere irreperibile per oltre 24 ore.