Tweet Unioni Civili, il consiglio si scalda

Minoranze in Loggia contro sindaco per non aver risposto a interrogazione sul messaggio postato dalla vice Castelletti. Aveva definito "omofobo" don Rosina.

(red.) E’ stata una seduta “infuocata” quella di venerdì pomeriggio 17 giugno del consiglio comunale di Brescia a palazzo Loggia. Il dibattito si è animato nel momento in cui un ordine del giorno ha previsto l’interrogazione da tutte le minoranze (no dal M5S) al sindaco Emilio Del Bono per il tweet del vicesindaco Laura Castelletti. Si riferisce al messaggio che l’assessore alla Cultura aveva postato contro il volantino anti unioni civili affisso fuori dalla chiesa di Sant’Afra il parroco don Giorgio Rosina. In pratica, definiva “omofobo” il comportamento del prelato per quel gesto. Una situazione che ha portato il gruppo di Gioventù Nazionale, legato a Fratelli d’Italia, prima davanti all’ingresso della Loggia con uno striscione e poi all’interno della sala consiliare con “Sentinelle in piedi”.
“#Omofobi ci etichetti. Castelletti ora dimettiti” è il testo dello striscione. “Omofobo: un’altra parola vuota nel vocabolario di coloro i quali non vogliono nessun dialogo, sopprimono ogni voce che esca dal loro coro arcobaleno – scrivono su Facebook – Etichettano con una parola che non lascia possibilità di replica, una parola che non rispetta l’altro, ma sancisce a priori l’impossibilità di confronto perché: ‘Tu sei omofobo, tu hai torto’. Don Giorgio Rosina ha di recente subito l’ennesimo attacco e a lui esprimiamo la nostra vicinanza. Siamo inoltre indignati perché questo giunge dal vicesindaco Castelletti, un’istituzione pubblica. Per questo chiediamo un immediato passo indietro del vicesindaco.
Noi di Gioventù Nazionale combattiamo contro queste etichette che il pensiero unico accolla e a testa alta rivendichiamo il diritto di essere liberi! Liberi di uscire dal coro arcobaleno senza essere tacciati di omofobia!”. Nel dibattito il primo cittadino non ha voluto commentare perché “sono post su Facebook o Twitter e non riguarda le azioni amministrative”. Tra l’altro, la seduta era iniziata con un minuto di silenzio in cordoglio alle vittime della strage di Orlando, 49 morti della furia omicida di Omar Mateen nel locale gay “Pulse”.

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