Stefana, asta ancora deserta per via Bologna

186 dipendenti con il fiato sospeso e la cassa integrazione si è conclusa. Aspettano notizie sullo stabilimento di Nave. Si riapre la corsa per Montirone.

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(red.) E’ andata ancora deserta l’ennesima asta per la vendita dello stabilimento bresciano di via Bologna, a Nave, del gruppo industriale Stefana in concordato preventivo. 186 dipendenti, quindi, si ritrovano con il nulla di fatto dopo la scadenza del bando giovedì 16 giugno. A questo si aggiunge il fatto che gli stessi addetti, d’intesa con i sindacati, sono alle prese con la mobilità per il termine della cassa integrazione straordinaria. Hanno anche iniziato un’attività di volantinaggio lungo le strade e fermando le auto per far conoscere la propria situazione. Venerdì 17 si svolge un’altra assemblea sindacale, mentre le stesse organizzazioni dei lavoratori hanno chiesto all’azienda, o a chi si occupa della procedura, di fare nuova richiesta della cassa integrazione in deroga.
Su questo versante è stato anche chiesto al prefetto di Brescia Valerio Valenti di aprire un tavolo urgente. Ci sono dubbi anche su un altro stabilimento, quello di Montirone, per il quale la società Aqa Srl di Sarezzo si era aggiudicato il bando con 2,55 milioni di euro. Ma l’Alfa Acciai ha presentato una richiesta più alta, circa 2,8 milioni, cambiando le carte in tavola. Il liquidatore Pierfranco Aiardi e il commissario Valerio Galeri hanno deciso di ritrovarsi lunedì 20 giugno quando dovrebbe essere firmato l’atto di vendita, con una possibile nuova gara in base al rilancio. Mentre sarà aperta una nuova asta, al ribasso, per l’azienda di via Bologna, l’unica rimasta senza acquirenti.

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