Le Porte Franche più grande, vince il no

Al referendum di domenica, 1.616 hanno detto di non volere l'allargamento del centro commerciale di Erbusco. Quorum passato con il 46% dei votanti.

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(red.) No all’ampliamento del centro commerciale Le Porte Franche di Erbusco, nel bresciano. Questo è stato l’esito del referendum che si è svolto domenica 29 maggio e che ha chiamato al voto i cittadini aventi diritto nel paese della Franciacorta. Degli oltre 6.500 che avrebbero potuto recarsi alle urne, si sono presentati in 2.998, cioè il 46% e superando così il quorum richiesto del 30%. Di questi, 1.616 hanno messo la “x” sul diniego di permettere l’allargamento del complesso commerciale, mentre 1.377 hanno espresso il voto favorevole. Quindi il sindaco Ilario Cavalleri, che era stato tra quelli positivi per consentire l’operazione di ampliamento, domenica sera ha detto di voler rispettare il voto dei cittadini e quindi non inserirà la variante al Pgt.
In pratica, il centro commerciale resterà così com’è adesso. Un voto che è andato contro l’opinione del primo cittadino e del comitato nato a favore del “sì”. Dall’altra parte, invece, esultano gli schieramenti politici bipartisan, dal Movimento 5 Stelle al Pd e fino alla Lega Nord e Fratelli d’Italia. Si erano tutti schierati per il “no” all’ampliamento, tanto che erano scesi in campo direttamente alcuni consiglieri regionali. Le stesse componenti che si erano opposte al progetto della società Moretti, nelle ore successive allo spoglio hanno comunque precisato di voler vigilare la situazione, anche a livello del Pirellone, per controllare se il sindaco in futuro prevederà nuove proposte di allargamento.
Se la maggior parte dei partiti politici esultano dopo la consultazione, al contrario l’imprenditore Vittorio Moretti proponente del progetto ed Enrico Loda del comitato per il “sì” si dicono delusi. “Sì è persa un’occasione di sviluppo che avrebbe dato più posti di lavoro e a impatto zero in tema ambientale – hanno detto, interpellati da Bresciaoggi – peccato che il voto sia stato influenzato e strumentalizzato in modo politico. Avremmo voluto avere più tempo per spiegare l’opera”.

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