Lettere al direttore

Cinquepalmi: “I capricci della cupola costano cari ai cittadini”

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    Brescia_Loggia(red.) Nell’agosto scorso la Federazione di Brescia del Partito Socialista Italiano aveva preso in modo netto una posizione molto critica contro la cricca di inamovibili dirigenti che domina la macchina amministrativa del Comune di Brescia, prendendo spunto dell’azione persecutoria posta in essere nei confronti di una dipendente del Comune stesso, macchiatasi del delitto di lesa maestà per avere denunciato a magistratura e Ministero dell’Interno le irregolarità (gravi) che aveva scoperto. I socialisti affermavano, e con ragione, come fosse indecente che sindaco e giunta, a dispetto degli impegni assunti nel programma elettorale, non avessero operato la rotazione dei dirigenti imposta dalla legge, permettendo il rafforzarsi di una cupola di intoccabili che riteneva di trattare gli uffici e gli impiegati comunali come faceva, a suo tempo, il padrone delle ferriere.
    I suddetti dirigenti reagirono assai male, minacciando il segretario provinciale socialista di ritorsioni e querele (di cui non si ha notizia, ma noi siamo sempre qui, a disposizione…). A distanza di otto mesi cosa è successo? L’impiegata perseguitata ha trascinato in Tribunale il Comune di Brescia (un comune amministrato dalla sinistra portato davanti al Giudice del Lavoro da un lavoratore!). Nella causa è emerso che una dirigente (di quelle inchiodate allo stesso posto da ere geologiche) ha sporto denuncia contro l’impiegata comunale e che l’Autorità Giudiziaria ha archiviato la denuncia affermando che l’impiegata aveva agito nell’interesse pubblico e senza intenzioni illecite, sia nei confronti dell’amministrazione comunale che verso suoi dipendenti, e ha evidenziato come la stessa dirigente che aveva firmato l’esposto ammettesse che le prassi irregolari denunciate erano abitualmente in uso presso il Comune.
    Oggi, poi, il Giudice del Lavoro, dopo avere, in precedenti udienze, più volte invitato il Comune a trovare un accordo transattivo, ha emesso una sentenza in cui ha condannato l’amministrazione comunale di Brescia (governata da una maggioranza che si dice di sinistra) ha cancellare la sanzione disciplinare con cui aveva inflitto all’impiegata quattro mesi di sospensione senza stipendio, a pagare alla stessa impiegata i quattro mesi di stipendio ingiustamente sottratti con gli interessi, e a pagare le parcelle degli avvocati.
    Insomma, i capricci della cupola costano cari ai cittadini bresciani, sia in soldi che in vergogna, perchè per un cittadino sentirsi dire, sia dal giudice penale che da quello del lavoro, che il suo comune pratica l’ingiustizia, è qualcosa di cui vergognarsi. Questa brutta storia è da imputare a dirigenti e funzionari, non a sindaco e giunta; a questi ultimi, però, adesso compete di prendere una posizione netta su questa vicenda, e sull’atteggiamento di cui è sintomatica, ritrovando, anche nella gestione di dirigenti e funzionari, la via della trasparenza amministrativa a cui, e della giustizia sociale, a cui si era impegnata nel programma elettorale. Non l’hanno fatto mesi fa, sono a tempo a farlo oggi.

    Lorenzo Cinquepalmi, segretario provinciale del Psi di Brescia

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