Bozzoli, si riaccende uno dei forni

Sono iniziate le attività per far ripartire uno dei macchinari dopo sei mesi di mancata produzione per l'inchiesta sul datore di lavoro scomparso.

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Bozzoli(red.) Prima tiepida svolta alla fonderia Bozzoli di via Gitti a Marcheno, nel bresciano. Nelle ore precedenti a giovedì 14 aprile è iniziata l’attività per accendere il forno piccolo all’interno dell’azienda. Si tratta del primo segnale dopo sei mesi di mancata produzione in seguito alla misteriosa scomparsa, nell’ottobre del 2015, dell’imprenditore Mario Bozzoli. Episodio che ha portato all’apertura di un’inchiesta e a chiudere l’azienda per almeno quattro mesi, prima del dissequestro adottato dalla procura di Brescia alla fine di gennaio. Al termine di marzo sono stati rimossi anche gli ultimi sigilli dopo il trasferimento di tutte le scorie e dei materiali lavorati verso una caserma abbandonata di Milano.
Qui l’anatomopatologa Cristina Cattaneo continuerà le verifiche alla ricerca di tracce del datore di lavoro. Dal punto di vista giudiziario sono indagati per omicidio volontario e distruzione di cadavere gli operai Oscar Maggi e Akwasi Aboagye. Da un altro punto di vista c’è anche la sorte dei tredici dipendenti, senza stipendio da ottobre, ma per i quali è stato disposto dall’azienda un anticipo della cassa integrazione che dovrebbe arrivare dall’Inps. Ma serve un piano di rilancio da parte dell’azienda. Per questo motivo la Fim Cisl ha aperto un tavolo di lavoro in Provincia di Brescia e che venerdì 15 aprile vedrà un altro incontro.

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