Mpi Brescia: crolla l’export in Russia

Tempi duri per il made in Brescia nella terra di Putin. Crollo maggiore dei prodotti alimentari. Poi articoli in metallo e pelletteria.

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    confartigianato Brescia(red.) Nel IV trimestre 2015 le esportazioni verso la Federazione Russa dei prodotti made in Brescia dei settori a maggiore concentrazione di medie e piccole ammontano a 64,7 milioni di euro, pari al 25,5% del valore delle vendite complessive di prodotti manifatturieri della nostra provincia sul mercato russo; nel corso dell’ultimo anno l’export bresciano dei settori di Mpi verso la Federazione Russa è calato di 22 milioni di euro, pari al -25,4%.
    Per il presidente di Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale Eugenio Massetti, “a seguito della crisi dell’economia russa, affiancata al sistema di sanzioni della Commissione europea e dei divieti di importazione della Federazione Russa, negli ultimi cinque anni, nel 2015 la Lombardia segna la maggior flessione della domanda proveniente da questo mercato, pari al -29,8% in peggioramento rispetto al -11,1% del 2014. Solo nelle Mpi e solo a Brescia -25,4%, -22 milioni di euro; -95milioni di euro se si calcola l’intero comparto manifatturiero. C’è una forte richiesta dei prodotti manifatturieri italiani e Made in Brescia dei settori di piccola e media impresa, in particolare di prodotti in metallo, ma proprio questo è il comparto che sconta fortemente l’embargo della Russia (-42,6%). Le sanzioni economiche introdotte nel 2014 dall’Ue nei confronti della Russia e le reazioni di Mosca sono costate al Made in Italy ben 3,6 miliardi di euro. L’export italiano verso la Federazione russa, infatti, è passato dai 10,7 miliardi del 2013 ai 7,1 miliardi di euro del 2015 (-34%). È giunto il momento che l’Unione europea riveda la propria posizione nei confronti di Mosca. Rispetto al 2014, le condizioni geo-politiche sono completamente cambiate”, conclude Massetti.
    L’analisi della dinamica tendenziale nel 2015 per singoli comparti lombardi (divisione Ateco 2007) evidenzia che è quella dei Prodotti alimentari a registrare il calo più accentuato dell’export, pari al -47,4% rispetto al 2014; diretta conseguenza delle limitazioni di importazioni imposti dalla Russia sui prodotti agroalimentari; nel dettaglio la diminuzione del comparto è principalmente dovuta al calo della domanda da parte della Russia di latte e formaggi (-80,4%) e di Oli e grassi vegetali e animali (-67,2%).
    Il secondo settore di MPI a registrare la flessione più accentuata dell’export verso la Russia è quello dei Prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature (-46,3%), determinato principalmente della diminuzione delle vendite di Cisterne, serbatoi, radiatori e contenitori in metallo (-84,7%).
    Il terzo settore di MPI che risente della crisi russa è quello Articoli in pelle (escluso abbigliamento) che registra una dinamica negativa del -37,5%, spinta dal calo della domanda di Calzature (-38,6%) e di Cuoio conciato e lavorato; articoli da viaggio, borse, pelletteria e selleria; pellicce preparate e tinte (-34,8%).

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