Picchia la convivente, rimpatriato egiziano

Scortato al Cie di Torino dopo una pantomima presso il tribunale dei minori. "Mi insegue la mafia cinese". Ma era drogato.

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    questura_brescia(red.) Nella mattinata di mercoledì 10 febbraio personale della Questura di Brescia ha accompagnamento un cittadino egiziano presso il Cie di Torino. Si tratta di S.M.A. del 1986. La vicenda è iniziata lo scorso lunedì 8 febbraio, quando una Volante era intervenuta in Via Vittorio Emanuele II per la segnalazione del magrebino che, in compagnia di una cittadina cinese, sua convivente, stava creando scompiglio all’interno del tribunale per i minorenni.
    I due, stando a quanto dichiarato dall’appuntato dell’Esercito, una volta entrati all’interno del Tribunale, non volevano più uscire a causa della convinzione dell’uomo che in strada ad attenderlo ci fossero alcuni stranieri appartenenti alla mafia cinese. L’uomo è stato condotto in Questura per accertamenti. Lo straniero, che si giustificava della sua poca lucidità mentale a causa delle sostanze stupefacenti assunte poco prima, ha fornito ai poliziotti, quale documento per la sua identificazione, un passaporto di proprietà di un altro cittadino egiziano. Accertamenti sul suo conto hanno evidenziato come l’uomo fosse stato già colpito in passato da un provvedimento di espulsione. La perquisizione della sua abitazione in città ha permesso agli agenti di incontrare nuovamente la cittadina cinese che era con lui. La donna, in assenza dello straniero, ha riferito ai poliziotti che più volte aveva dovuto subire le aggressioni da parte dell’uomo mostrando loro i segni ancora visibili sul collo.
    Indagato per lesioni personali grave, falsa attestazione circa la sua identità e ricettazione, S.M.A. è stato trattenuto in questura e questa mattina accompagnato presso il CIE di Torino al fine del suo rimpatrio che avverrà nei prossimi giorni.

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