Bloccati negli Emirati, indagine in corso

I due bresciani Annalisa Pasotti e Pietro Bossini sono bloccati dal 2 febbraio dopo aver fotografato un impianto petrolifero. Si valutano i motivi.

Emirati Arabi(red.) Un’indagine per capire i motivi che hanno spinto Annalisa Pasotti e Pietro Bossini a scattare alcune fotografie a un impianto petrolifero negli Emirati Arabi Uniti. E’ questo che ha indotto le autorità estere a sequestrare i passaporti dei due lumezzanesi bloccati dal 2 febbraio. I due parenti, madre e figlio disabile, alla fine di gennaio avevano raggiunto gli Emirati con il padre e marito Giuliano Bossini per una vacanza in crociera. Una delle tappe sulla terraferma era il porto di Khor Al Fakkan che i tre bresciani avevano deciso di percorrere martedì 2 febbraio in taxi, viste anche le condizioni di Pietro costretto a vivere sulla sedia a rotelle. Si erano mossi senza guida turistica e una serie di scatti fatti a un impianto petrolifero sulla zona li ha messi nei guai. Quella struttura, infatti, secondo la legge locale è un sito sensibile e quindi non può prestarsi a video o fotografie.
Una situazione che aveva portato entrambi a essere fermati dalle autorità e poi rilasciati in giornata. Giuliano Bossini era riuscito a rientrare in Italia, mentre il sequestro dei passaporti di madre e figlio blocca il loro ritorno. Sono stati avviati tutti i contatti con l’ambasciata italiana ad Abu Dhabi e il consolato di Dubai per risolvere la situazione. Annalisa Pasotti e il figlio Pietro si trovano attualmente in un hotel a Fujairah, in Oman e stanno bene, oltre a essere attivi con il ministero degli Esteri. I contatti tra l’Italia e gli Emirati Arabi tendono soprattutto a fare in modo che l’indagine possa durare il minor tempo possibile. Mentre l’ambasciata italiana nello Stato estero consiglia a tutti i turisti, nel periodo tipico delle visite in quella zona, di informarsi su cosa sia possibile vedere e fotografare.

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