Desenzano, ex Spiaggia d’Oro, parla il sindaco

Rosa Leso dà la sua versione sulla gestione dell'occupazione da parte di "Zanzanù". Esposto di alcuni cittadini in Corte dei Conti contro Comune.

Rosa Leso(red.) Non si placano le polemiche a Desenzano, nel bresciano, dopo lo sgombero dell’ex ristorante Spiaggia d’Oro avvenuto all’alba di mercoledì 3 febbraio. Lunedì 8 è stato il giorno delle repliche affidate al sindaco Rosa Leso e sostenuta dal segretario provinciale del Partito Democratico Michele Orlando. A proposito delle critiche per il modo in cui l’amministrazione comunale ha gestito la situazione, il primo cittadino dice di aver rispettato tutti i tempi tecnici. L’occupazione da parte del Collettivo Gardesano Autonomo si era verificata il 21 dicembre, allestendo il centro sociale “Zanzanù” per proporre una serie di iniziative. L’organizzazione l’aveva definito un atto simbolico per lamentare la presunta carenza di spazi a favore delle associazioni e dei giovani in paese. A quel punto era partito il muro contro muro verso il Comune con una richiesta di dialogo e di un’assemblea pubblica, poi rigettate.
Secondo il sindaco Leso, la decisione di intervenire dopo oltre un mese era maturata per non creare disagi durante le feste di Natale e in linea con quanto stabilito insieme alla prefettura di Brescia. Così, anche dopo i solleciti del centro destra alla procura, la polizia aveva agito per liberare lo stabile. Sul dialogo rifiutato, il primo cittadino lo giustifica sulla situazione di illegalità che si era presentata nel momento in cui il gruppo ha occupato l’ex ristorante. Spazi di cui, secondo la stessa Leso, l’associazione non avrebbe bisogno. Ha anche annunciato che dopo le indagini seguite al sequestro dello stabile verranno riaperti i termini per il bando di assegnazione.
Dopo questo ha aggiunto il fatto che il Comune abbia dovuto pagare 9 mila euro per impedire l’accesso alla struttura, oltre al rischio che entro l’estate potrebbero mancare i tempi per stabilire il vincitore della gara di concessione. Ma dall’altra parte, aumenta il gruppo di cittadini a sostegno del centro sociale e dopo la manifestazione di sabato 6 febbraio che li ha visti partecipare in 500. Alcuni di loro hanno presentato un esposto alla Corte dei Conti segnalando come il Comune abbia trattato lo stabile di sua proprietà e rimasto vuoto per quattro anni. “Ci ha pensato il centro sociale a ripulire l’interno e a organizzare iniziative, attività che avrebbe dovuto fare l’amministrazione” dicono.

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