Lettere al direttore

Brescia, lettera Fiom sulla situazione Iveco

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    manifestazione fiom okEgregio direttore,
    le chiediamo di pubblicare questo nostro intervento sulla vicenda che riguarda lo stabilimento Iveco di Brescia. Volevamo chiarire se possibile, alcuni argomenti contenuti negli articoli apparsi sui quotidiani locali nel dicembre scorso in merito ad una riunione indetta dal circolo Acli Bianchetti Om sulla situazione dello stabilimento Iveco.
    Gli ex dipendenti Om Iveco citati negli articoli propongono una lettura, a nostro avviso, quantomeno parziale, sia dal punto di vista sindacale, sia dal punto di vista produttivo. La parzialità per quanto riguarda il versante sindacale, è data da un’analisi che, forse per sintesi giornalistica, non tiene conto di quanto avvenuto nel gruppo Fiat dal 2010 ad oggi. Almeno dal punto di vista della cronaca andrebbero ricordati gli accordi separati e i loro contenuti, che hanno messo fuori la più grande organizzazione sindacale dagli stabilimenti, poi riammessa, con meno diritti delle altre organizzazioni, da una sentenza della Corte Costituzionale.
    Questo periodo, per Brescia dal gennaio 2012, ha coinciso con l’avvio della nuova organizzazione del lavoro, che per l’accordo sindacale separato non può essere messa in discussione. Pertanto, non è vero che il sindacato non può incidere, viceversa è vero che una parte del sindacato ha scelto di non incidere e di consegnare alle direzioni aziendali tutti gli aspetti dell’organizzazione del lavoro che venivano in passato contrattati, a partire dai tempi di lavoro. Andrebbe chiarita la responsabilità di quanto accaduto e di che cosa questo ha prodotto e che sta ancora producendo. Per quanto riguarda il versante produttivo, è vero che negli anni lo stabilimento si è focalizzato sull’Eurocargo perdendo via via alcune gamme di prodotto e di fornitura, ma gli accordi che sono stati sottoscritti avevano definito una situazione produttiva ed organizzativa che avrebbe dovuto garantire il mantenimento di un sito di dimensioni sicuramente superiori a quelle che si prospettano, ma anche qui è utile ricordare che nel 2009, quando la Mac (ex reparto Presse Iveco) apri la procedura di dismissione, che si concluse sostanzialmente nel 2013 con il licenziamento di tutti gli 85 dipendenti, i lavoratori e la Fiom Cgil rimasero da soli ad affrontare la scelta aziendale della Mac e il mancato rispetto degli accordi da parte di Iveco, con il contorno di denunce e ricorsi in Tribunale nei confronti dei lavoratori e dei funzionari sindacali.
    Dal 2009 avevamo denunciato che la vicenda Mac era un allarme per tutto il sito, l’evoluzione sindacale e produttiva ha purtroppo confermato quell’allarme. La situazione attuale, con il possibile trasferimento dei lavoratori presso altri siti Cnh Industrial, è determinata da una parte del ridimensionamento del mercato dei veicoli medi a livello europeo, circa del 50%, e da una parte del taglio pesante degli ammortizzatori sociali che sommato all’innalzamento dell’età per accedere alla pensione ha tolto ampi margini per gestire in maniera diversa la situazione. Anche in questo caso si dovrebbero ben analizzare le responsabilità del mancato contrasto ai vari interventi dei governi che hanno legiferato contro i diritti dei lavoratori. Infine, è vero che lo stabilimento non «produce» quadri dirigenti come nel passato, che hanno poi trovato sbocchi in varie situazioni di carattere anche istituzionale, lo diciamo sicuramente con rammarico: non ci pare che il resto del paese ne abbia prodotti in quantità.

    Rsa Fiom Cgil Iveco Brescia

     

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