Lettere al direttore

Verde pubblico, dopo la società campana arriva la coop

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    incuria-verde Parte della gestione del verde pubblico cittadino di Brescia passerà da una società campana (Romeo Gestioni) ad un consorzio siciliano, lasciando a bocca asciutta 5 delle 12 cooperative sociali bresciane che fino a maggio si sono occupate di sfalci d’erba e potature. Questo se nei prossimi giorni verrà confermata la classifica provvisoria del bando di gara europea, reso noto mercoledì. Un appalto da 8,6 milioni per i prossimi tre anni, deciso dalla Loggia dopo che ad aprile è arrivata una lettera dell’autorità nazionale Anticorruzione nella quale si dava l’altolà agli affidamenti diretti fatti in passato. In via emergenziale il Comune si è rivolto alla piattaforma ministeriale Consip, ma l’arrivo di una magra squadra di operai dal sud ha dato vita al fenomeno estivo della «aiuola selvaggia», tamponato con affidamenti extra proprio alle coop bresciane. In agosto si è preparato il bando. L’augurio dell’assessore all’Ambiente Fondra era che loro potessero vincere, garantendo lavoro ai disabili che impiegano da anni, pesando meno sulle casse dei servizi sociali. Non è stato così. Escluse le cooperative bresciane Il bando ha suddiviso la città in cinque lotti. Ebbene, l’affidamento più sostanzioso (2,38 milioni) riguardante la zona sud ovest della città (comprendente il nodo dei parchi inquinati dai pcb) è finito ad un consorzio siciliano che ha offerto un ribasso del 36%. La zona nord ovest è finita invece al consorzio Alpi di Milano (1,56 milioni). I restanti tre lotti a 7 cooperative sociali bresciane.
    La zona del centro storico (1,47 milioni) sarà curata da Quadrifoglio, Agricoop e Agritecnica Montenetto; la zona sud-est (1,8 milioni) dalla Cauto e dalla coop Manerbiese e la zona nord ovest (1,4 milioni) dalla Chizzoletta e Tenda Verde. Escluse le coop Fraternità, Pinocchio, Publicoop, Aliante e Nucleo, con evidenti ripercussioni sui dipendenti, molti dei quali rischiano di restare a casa. A meno che, ad una verifica scrupolosa dei requisiti richiesti nel bando, la Loggia non decidano di rivedere le assegnazioni. Tra i requisiti chiesti nel bando c’era la richiesta di impiegare come giardinieri una persona svantaggiata ogni tre, per legge residenti in città (circa 18 quindi). I vincitori siciliani e milanesi potrebbero ricorrere a subappalti.
    Il rischio è quello di trovarsi di fronte ad un’altra estate di incuria del verde. E a conti fatti erano meno dispendiosi gli affidamenti diretti del passato. «Bastava farli restando sotto la soglia di legge dei 207 mila euro», commenta un operatore escluso.

    Cesare Giovanardi, I soldi di tutti, Brescia

     

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