Lettere al direttore

Lonato, “psicosi Gender colpisce la maggioranza”

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    arcigay orlandoOrlando Comitato Provinciale Arcigay Brescia apprende con sconforto che il Consiglio Comunale di Lonato del Garda, nella seduta di giovedì 26 novembre, ha approvato una mozione presentata dai consiglieri Giacomelli, Ugolini e Bresciani (Lega Nord) intitolata: <<Educazione sessuale e contrasto alla diffusione della “Teoria Gender” nella scuole di Lonato del Garda>>.
    La maggioranza di centrodestra (Lega, Forza Italia e civiche) ha votato compatta, ed a nulla sono valse le valide argomentazioni delle minoranze, molto composite (PD, M5S e liste civiche) ma unite ed efficaci nel sottolineare come la Teoria Gender sia uno spauracchio inconsistente, agitato per motivi ideologici ed assente da qualunque documento del MIUR o riforma della scuola. In un impasto di ideologia reazionaria, ignoranza del tema e ordini dall’alto (la mozione era un copia carbone della sciagurata mozione della Lega approvata in Consiglio Regionale lo scorso 7 ottobre) le istituzioni dello Stato sono state ancora una volta piegate ai più beceri propositi di terrorismo psicologico verso tutto ciò che è “diverso”, in questo caso verso la comunità LGBT.
    Sono numerose le prese di posizione degli Ordini e delle Associazioni di psicologi e sociologi che escludono qualunque fondamento scientifico alla paranoia gender. Non esiste una unica teoria ma più gender studies anche molto diversi e che comunque non affermano che si può cambiare sesso ogni mattina, come invece sostengono i crociati antigender. Il Consiglio Comunale di uno dei comuni più popolosi della Provincia di Brescia ha sostanzialmente alimentato quella che il Ministro dell’istruzione Giannini ha definito “truffa culturale”, minacciando azioni legali contro chi avesse continuato a diffondere questa psicosi.
    L’amministrazione leghista di Lonato del Garda ha fatto esattamente questo, impegnando il Sindaco ad intervenire impropriamente nei programmi scolastici, il tutto con lo scopo dichiarato di coinvolgere i genitori nei progetti formativi, ossia ciò che le scuole fanno già da decenni, in particolare nell’ambito dell’affettività. Sconvolge inoltre l’assurdità di aver dedicato un doveroso momento di raccoglimento alle vittime del femminicidio e della violenza di genere per poi scagliarsi così maldestramente contro iniziative educative volte proprio a sensibilizzare alla parità di genere. Queste invettive sono, come ormai è consuetudine, intrise di stereotipi e pregiudizi, dato che dai ruoli di genere si passa subito a gridare allo scandalo perché “convinzioni fallaci vorrebbero equiparare qualsiasi forma di unione e di famiglia, giustificando e normalizzando qualsiasi comportamento sessuale” (Giacomelli), mostrando subito qual è la vera matrice del battage sul gender, una matrice profondamente omofoba.
    Esprimiamo il nostro ringraziamento ai consiglieri di minoranza (Locantore, Carassai, Perini, Magazza, Razzi e Simbeni) per i loro interventi.* Certo, i migliori propositi non possono molto quando l’assessore alla cultura (Nicola Bianchi) risponde citando l’avvocato Gianfranco Amato (ripromettendosi di invitarlo per una conferenza), ed una consigliera firmataria (sempre Laura Giacomelli) chiede il “ritiro di tutto il materiale” che “confonde” il bambino, cita i documenti dell’associazione ProVita e ritiene di avere in mano la prova provata della presenza dello spettro Gender perché nell’articolo 16 della recente legge di riforma della scuola c’è scritto “genere” anziché “sesso”. La registrazione integrale del Consiglio è disponibile su Youtube. Purtroppo si è dimostrato ancora una volta come avere ragione e saper argomentare non è sufficiente quando gli agitatori di spauracchi irrazionali possono contare su una forte campagna mediatica e social a loro favore. Abbiamo combattuto e combatteremo affinché la voce delle persone di buon senso possa sempre più essere rappresentata efficacemente nel dibattito pubblico della nostra Provincia. E’ incredibile che quando si tratta di tutelare i diritti della comunità LGBT ci sia sempre “ben altro” da fare, mentre si spendono soldi e tempo per approvare mozioni contro ideologie inesistenti, dando estrema priorità al fantasma gender, nell’ansia di proteggere il concetto mistico di “famiglia tradizionale”. Quale poi?
    Da decenni le famiglie, comprese quelle dei crociati anti-gender, sono spesso allargate, separate, ricomposte e comunque più complesse di quanto si possa generalizzare con tale figura. *E’ ora che anche in Italia le istituzioni lottino per LE famiglie, abbandonando stereotipi e discriminazioni, guardando invece alla realtà di nuclei familiari che necessitano di tutele che nel nostro paese, a differenza della quasi totalità degli stati europei, mancano*.
    Il Presidente Orlando Arcigay Alessandro Pasini

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