Ghirardini, scenari su nuova esca

Dopo aver trovato frammenti di una seconda capsula al cianuro, gli inquirenti propendono per il suicidio. Ma legale di ex moglie non è d'accordo.

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Ghirardini(red.) Il ritrovamento di altri frammenti legati a una seconda esca al cianuro e compiuto dai carabinieri dei Ris di Parma, dopo i test irripetibili di mercoledì 25 novembre sugli oggetti rinvenuti accanto al corpo di Giuseppe Ghirardini, potrebbe cambiare lo scenario. Tanto che l’avvocato dell’ex moglie dell’operaio della fonderia Bozzoli, Marino Colosio, ha chiesto al procuratore capo di Brescia Tommaso Buonanno e al sostituto Alberto Rossi che conduce le inchieste sul mistero di Marcheno, di eseguire altre indagini. I pezzi della seconda capsula sono stati recuperati vicino al cadavere di Ghirardini, trovato senza vita il 18 ottobre a Ponte di Legno, nel bresciano. Ma la parte più intatta del contenitore non c’era e forse qualcuno ha voluto pulire il presunto luogo del delitto. Il legale dell’ex compagna dell’operaio non crede che l’uomo si sia suicidato, mentre al contrario gli inquirenti puntano proprio su questa versione.
In pratica, secondo le analisi scientifiche, l’addetto dell’azienda di Marcheno sarebbe morto proprio per aver deglutito il cianuro presente nella seconda capsula. La prima che era stata ritrovata, infatti, risulta intatta e chiusa. Alla procura di Brescia resta aperto il fascicolo per istigazione al suicidio per Ghirardini. La pista seguita dagli inquirenti potrebbe essere quella per cui l’operaio sapesse dei dettagli sulla scomparsa del suo datore di lavoro Mario Bozzoli. Il giorno in cui sarebbe dovuto essere interrogato la seconda volta dai carabinieri avrebbe preferito allontanarsi e togliersi la vita. Le indagini riguardano anche eventuali trasferimenti di denaro che l’uomo avrebbe potuto svolgere in vari centri specializzati del bresciano e a favore dell’ex moglie. Ma il mistero resta fitto.

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