Opal Brescia: “Arabia, basta bombe italiane”

La Rete Italiana per il disarmo condanna l'invio di armamenti per il conflitto nello Yemen: "Morte oltre 4 mila persone, più di 400 bimbi".

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bombe-MK84(red.) “E’ inaccettabile che il giorno in cui l’Unione Europea ha assegnato il Premio Sakharov al blogger saudita incarcerato Raif Badawi, dall’Italia siano partite nuove bombe destinate all’Arabia Saudita, il paese che guida la coalizione la quale – senza alcun mandato internazionale – da sette mesi sta bombardando lo Yemen causando migliaia di morti tra i civili. Ribadiamo la nostra richiesta al Governo italiano di sospendere l’invio di bombe e armamenti a tutti i paesi militarmente impegnati nel conflitto in Yemen”.
Lo chiedono con un comunicato congiunto la Rete Italiana per il Disarmo, Amnesty International Italia e l’Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e Politiche di Difesa e Sicurezza (Opal) di Brescia. Secondo quando diffuso da fonti di stampa locale, diverse tonnellate di bombe e munizionamento sono state imbarcate all’aeroporto di Cagliari Elmas su un cargo Boeing 747 della compagnia azera Silk Way con destinazione Arabia Saudita: il cargo, rintracciato dai sistemi di rilevamento, è giunto a Taif, dove c’è un base militare della Royal Saudi Armed Forces.
“Si tratta – commenta Giorgio Beretta, analista dell’Osservatorio OPAL di Brescia – con ogni probabilità di una nuova fornitura di bombe fabbricate nell’azienda tedesca RWM Italia di Domusnovas che prosegue le spedizioni degli ultimi anni. Sappiamo che ordigni inesplosi del tipo di quelli inviati dall’Italia, come le bombe MK84 e Blu109, sono stati ritrovati in diverse città dello Yemen bombardate dalla coalizione saudita e, il nostro Ministero degli Esteri, non ha mai smentito che le forze militari saudite stiano impiegando anche ordigni prodotti in Italia in questo conflitto”, conclude Beretta.
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki moon, nei giorni scorsi ha condannato i bombardamenti aerei della coalizione a guida saudita che nei giorni scorsi hanno colpito un ospedale di Medici senza Frontiere nella provincia di Sa’dah e ha richiamato tutte le parti attive nel conflitto a “rispettare gli obblighi stabiliti dalle convenzioni per i diritti umani e del diritto umanitario internazionale per prevenire attacchi contro i civili”. Il conflitto in Yemen ha finora causato più di 4mila morti (di cui almeno 400 bambini) e 20mila feriti – di cui circa la metà tra la popolazione civile – provocando una “catastrofe umanitaria” con oltre un milione di sfollati e 21 milioni di persone che necessitano di urgenti aiuti. In tutto il Paese la popolazione sta patendo una grave scarsità di cibo.

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