Duplice delitto Frank, interrogato Singh

Il pm ha sentito l'indiano che ha confessato di essere stato l'11 agosto con Adnan nell'omicidio dei coniugi. "Non sapevo si arrivasse a tanto".

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Frank(red.) L’indiano Sarbjit Singh, che l’11 agosto ha partecipato al duplice delitto di Frank Seramondi e Giovanna Ferrari, titolari della pasticceria pizzeria “Da Frank” di via Mandolossa a Brescia e di San Polo, è stato interrogato lunedì 12 ottobre dal pm Valeria Bolici che conduce l’inchiesta. L’uomo, reo confesso, era finito in manette con il pakistano Muhammad Adnan che ha ammesso di aver sparato i colpi di fucile mortali. Nelle settimane successive erano stati arrestati altri due indiani ritenuti legati alla banda. Singh, sentito nel carcere di Canton Mombello, ha parlato delle fasi precedenti all’omicidio. Secondo quanto riporta Bresciaoggi citando fonti della procura, l’indiano avrebbe detto che non sapeva si trattasse di un omicidio. Ha anche ammesso di aver partecipato a vari incontri con la banda, senza sapere però che sarebbero serviti a comprare le armi per mettere a segno il delitto.
Il coinvolgimento dell’indiano è ritenuto “minore” rispetto a quello del pachistano Adnan che ha effettivamente esploso i colpi. Tra l’altro, Singh non avrebbe preso denaro per quella spedizione punitiva che considerava solo un modo per “dare una lezione a qualcuno”. Ma mai si sarebbe aspettato, come avrebbe detto al pm, che degenerasse in un doppio omicidio. Le indagini della Squadra Mobile di Brescia possono dirsi concluse, anche se si vogliono capire i ruoli dei quattro all’interno della vicenda. Dall’altra parte la Guardia di Finanza sta eseguendo ulteriori controlli sugli oltre 800 mila euro in contanti a disposizione di Frank e della moglie e trovati anche nelle case di alcuni dipendenti. Soldi che potrebbero non essere stati dichiarati al fisco.

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