Medeghini, i fratelli restano in carcere

Il tribunale del Riesame ha respinto la richiesta di liberare o concedere i domiciliari ai due ex titolari accusati di bancarotta fraudolenta.

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Medeghini(red.) I fratelli Arturo e Severino Medeghini, arrestati il 15 luglio a Brescia per presunta associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, restano in carcere a Canton Mombello. Lo ha deciso il tribunale del Riesame che ha respinto la richiesta del legale Piergiorgio Vittorini, ma ha fatto intendere che potrebbe non esserci l’associazione a delinquere. Secondo l’inchiesta della Procura di Brescia aperta dal pubblico ministero Michele Stagno e che ha portato la Guardia di Finanza a mettere le manette ai due ex titolare del’omonimo gruppo caseario, ci sarebbe stato un buco da 600 milioni di euro.
Una mancanza dovuta a ottanta aziende legate al colosso Medeghini e che vede coinvolti anche venti indagati. Nel fascicolo erano finiti anche tre funzionari di banca per i quali la procura contesta il concorso in bancarotta fraudolenta patrimoniale. In pratica, avrebbero concesso prestiti al gruppo, anche se non avrebbero avuto le garanzie. Nell’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari in seguito all’arresto hanno detto di voler rispondere alle domande solo quando saranno a conoscenza degli atti.

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