Lavoro, a Brescia domina il “nero”

7 aziende su 10 sono irregolari ed è peggio da aprile a giugno con quasi l'80%. Sono i dati della relazione Cles. Migliora, invece, l'economia locale.

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lavoro-nero(red.) Quasi 7 aziende su 10 nel bresciano sono irregolari. Lo certifica il dossier Cles che si occupa di controllare quanto viene fatto sui luoghi di lavoro. I numeri della Direzione territoriale del Lavoro, riportati da Bresciaoggi citando la relazione, parlano di 316 aziende non in regola su 484 nei primi tre mesi del 2015. In particolare, sono stati scoperti 332 lavoratori che presentano condizioni non adeguate alla legge e di questi 126 che risultano in nero. La fetta rappresenta 630 mila euro di contributi non versati e recuperati. La situazione è peggiore nel secondo trimestre con quasi 8 aziende su 10 irregolari e 285 lavoratori sui quali non hanno pagato tasse per 450 mila euro. Delle varie attività non trasparenti, dominano i ristoranti, i negozi e infine le aziende manifatturiere. Dati che sembrano peggiorare ulteriormente nelle anali fatte dall’Inps, Inail e Asl.
Il primo, da gennaio, ha certificato il 90% di aziende irregolari, il secondo oltre l’80%, mentre l’Asl ha svolto quasi 2 mila sopralluoghi con 141 verbali e cinque cantieri sotto sequestro. Da un altro punto di vista, l’economia bresciana sembra stia lentamente migliorando, come certifica anche il Comitato per il lavoro. Diminuisce la cassa integrazione, aumentano le aziende iscritte alla Camera di Commercio e il numero dei lavoratori attivi supera quello dei cessati. In base a quanto rilevato dal Centro per l’impiego di Brescia e nei dati riportati dal quotidiano bresciano, nel primo semestre del 2015 sono aumentati i contratti, con oltre 47 mila nei primi tre mesi e 50 mila negli altri tre mesi. Diminuiscono i disoccupati e nel secondo trimestre del 2015 sono aumentate le aziende iscritte alla Camera di Commercio rispetto al saldo negativo tra aperte e chiuse del periodo da gennaio a marzo. I più in crisi sono il commercio, le costruzioni, il manifatturiero, immobiliare e ristoranti che in parte si sono ripresi.

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