Bosco Stella e Castella fronti “caldi”

Martedì 28 luglio la conferenza regionale dei servizi ha preso in considerazione le due discariche. Si presentano le osservazioni per entrambe.

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bosco stella(red.) La Conferenza dei servizi martedì 28 luglio in Regione Lombardia ha dato spazio alla discarica Bosco Stella e a quella “rianimata” di Castella, entrambe nel bresciano. La seconda, in base ai piani di Garda Uno, prevede di contenere 2 milioni di metri cubi di rifiuti tra Rezzato, Castenedolo e Brescia. In ogni caso, secondo la società, non ci saranno problemi ambientali, nè dal punto di vista dell’inquinamento e tanto meno degli odori. Il progetto, infatti, sarebbe rimasto come era stato predisposto. Intanto, per dire no alla cava, il comitato CoDiSa ha tenuto un blitz con alcuni striscioni per opporsi all’iniziativa. Si parla del 20%, circa 350 mila metri cubi, destinato come conferimento dei terreni da bonificare, poi un impianto di produzione di cogenerazione di biogas e smaltimento dei rifiuti per sette anni di investimento.
Il problema è che sarebbero state fatte le analisi del caso solo a Castenedolo e Rezzato, non a Brescia. Ma Garda Uno ha detto di aver svolto indagini epidemiologiche e simulazioni d’impatto della discarica e non ci sarebbero criticità. Ora la Regione ha concesso 60 giorni per presentare le osservazioni e al termine passeranno altri tre mesi prima che dia l’autorizzazione definitiva. Ma tra i più critici c’è l’assessore all’Ambiente di Brescia Gianluigi Fondra che parla di “nessuna modifica sostanziale al progetto come invece aspettavamo, con due relazioni discutibili sulle analisi. Infatti, è stata esclusa dai controlli la zona di Buffalora che si trova al confine con la discarica”. In pratica, Palazzo Loggia continuerà a dire no alla discarica visto che sul posto è previsto il parco delle Cave. “Spero che l’assessore Claudia Maria Terzi sia con noi, sono norme che hanno fatto loro” ha detto.
Sul fronte della Bosco Stella, invece, i vari comitati contrari avranno a disposizione fino a venti giorni per leggere il piano, presentare le controdeduzioni e incaricare i periti tecnici. Tempi troppo stretti, secondo loro, tanto che i Comuni hanno già chiesto di rinviare i termini per consentire analisi più ragionate sul progetto di A2a a capo della discarica. Si parla di 2 milioni di metri cubi di rifiuti speciali non pericolosi rispetto ai 4 milioni previsti nel piano del 2006. In più, ci sarà un’area per stoccare i residui degli scarti che non possono essere destinati al termovalorizzatore di Brescia. I Comuni coinvolti dalla discarica hanno realizzato un documento sui vincoli del nuovo piano regionale dei rifiuti e sull’indice di pressione del territorio. Asl e Arpa hanno già manifestato il parere contrario alla cava, mentre la Provincia ha dato il via libera. Di fatto, le sorti dipendono solo dal Broletto.

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