Morte “Ema”, pusher sarà a processo

E' stato rinvio a giudizio il 20enne che a novembre del 2013 avrebbe dato un allucinogeno a Emanuele Ghidini, poi morto nel Chiese per essersi buttato.

emanuele_ghidini(red.) Sarà chiamato a processo il 17 novembre B. C., 20enne di Gavardo, accusato di aver fornito la droga a Emanuele Ghidini che la notte del 24 novembre del 2013 si buttò nel fiume Chiese dopo una festa. Quel gesto, secondo gli inquirenti, era dovuto proprio allo stato di alterazione da sostanze stupefacenti. Il rinvio a giudizio è stato sentenziato dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Brescia Carlo Bianchetti. per l’accusa di morte come conseguenza di altro delitto. Subito dopo la morte, infatti, gli investigatori avevano trovato un collegamento tra l’allucinogeno assunto da Emanuele e il lanciarsi nel fiume.
Il 16enne aveva partecipato a una festa dove circolavano marijuana e altre sostanze e iniziava a sentirsi male. Poi, in un attimo di pazzia, si è buttato. All’inizio si pensava per una “ragazzata” tra amici, ma poi venne fuori la presunta verità su cui il giudice dovrà decidere. Dopo quel fatto, il padre di Emanuele, Gianpietro ha dato vita alla fondazione “Ema – Pesciolino Rosso” per aiutare i giovani sui rischi legati al consumo di sostanze stupefacenti.

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