“Movida nociva”, ricorso alla Corte Ue

Lo ha presentato il Coordinamento nazionale "No degrado e Mala Movida" di Torino, ma, presto, analoghi provvedimenti da Brescia Bergamo e Milano.

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movida carmine(g.g.) Un ricorso alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo per chiedere la tutela del “diritto alla salute e al riposo”.
Lo ha presentato, primo caso in assoluto di questo genere, il Coordinamento nazionale “No degrado e Mala Movida” di Torino, ma, presto, è l’annuncio, “il provvedimento sarà imitato da molte altre città italiane fra le quali Brescia, Milano e Bergamo”.
Di cosa si tratta? “Visto il reiterato non intervento delle Istituzioni dello Stato Italiano per l’affermazione di un diritto sancito dalla Costituzione Italiana: il diritto alla salute”. Secondo il coordinamento torinese, “in moltissime città italianevengono  sistematicamenteviolati  leggi, regolamenti, sentenze per la tutela e salvaguardia della salute, troppo spesso con il “benestare” di talune Amministrazioni comunali che patrocinano e/o autorizzano eventi con deroghe sonore senza alcun rilevamento acustico ma che superano i livelli di tollerabilità per un essere umano”.
Dal Piemonte il primo ricorso italiano alla Corte europea dei Diritti dell’uomo (https://www.facebook.com/NoMalaMovida/posts/372929099575546:0 ) in cui viene citato il caso di una signora residente nella città sabauda in un immobile situato sopra un locale che, emettendo musica ad alto volume nelle ore notturne “pregiudicava il riposo di tutti gli inquilini”.
“A nulla- si legge nel testo del documento- servirono sia le nuove diffide sia le nuove richieste di intervento della Polizia Municipale di Torino. Così come a nulla servirono i procedimenti penali promossi contro i titolari del locale notturno, poiché ogni provvedimento cautelare e di sigillo degli impianti venne aggirato mediante l’utilizzo di altri strumenti (PC, smartphone, ecc.)”. In 10 anni, viene spiegato,” nonostante i provvedimenti giudiziari favorevoli, nulla è cambiato la signora  si trova costretta a procedere in sede europea, sperando di trovare finalmente giustizia”.
A Brescia, come è noto, la diatriba sulla movida notturna nel cuore della Leonessa è stata a lungo alla ribalta della cronaca negli scorsi anni.
Fra i protagonisti del fronte del “no” alla musica nelle ore serali anche il fratello dell’ex sindaco Adriano Paroli, Gianfranco che, nell’ottobre 2014, insieme con la moglie, ha fatto causa alla Loggia per danni. La coppia risiede in via Fratelli Bandiera, “fulcro” delle serate a base di musica e aperitivi e ritiene che la movida notturna abbia contribuito a svalutare l’immobile di loro proprietà.
Dopo un giro di vite sugli orari di apertura e somministrazione degli alcolici nei locali, la Giunta del nuovo sindaco Emilio Del Bono ha varato una linea più distensiva, consentendo, tramite ordinanza comunale, un prolungamento degli orari di apertura, a partire dallo scorso aprile e fino al prossimo ottobre.
Ma con l’arrivo della stagione estiva, fra residenti ed esercenti del cuore di Brescia, potrebbero insorgere nuovi conflitti.

 

 

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