“Povero Del Bono, soffre di Renzite”

Parla l'ex-vicesindaco Fabio Rolfi: "Il primo cittadino sa fare solo proclami". Il Candidato di centrodestra? "Vorrei passasse dalle primarie".

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    album-fabio-rolfi-4(v.p.) Un candidato sindaco di centrodestra pronto a sfidare, tra qualche anno, il primo cittadino uscente di Brescia, Emilio Del Bono? Ancora non esiste, anche se le primarie potrebbero essere lo strumento giusto per individuare l’uomo ideale per l’opposizione, “dato che se un candidato è apprezzato dalla gente, oltre che dai partiti, ha più chance di vincere”.
    Prosegue il viaggio di quiBrescia.it tra le anime del centrodestra. Dopo aver intervistato la coordinatrice cittadina di Forza Italia, Mariachiara Fornasari, e Simona Bordonali, assessore regionale leghista con delega a Sicurezza, Immigrazione e Protezione Civile, abbiamo ascoltato Fabio Rolfi, 38 anni, ex-vicesindaco della giunta precedente guidata da Adriano Paroli in Loggia, considerato da molti l’uomo forte del Carroccio nella Leonessa, attualmente consigliere regionale.
    DOMANDA. Fabio Rolfi, la sconfitta delle amministrative di Brescia pesa ancora?
    RISPOSTA. Perdere non piace a nessuno, oltretutto in città avevamo lavorato sodo.
    D. Secondo lei quali sono stati gli errori commessi dall’amministrazione Paroli che hanno pesato sulla campagna elettorale?
    R. Partiamo da un fatto. L’aria era diversa e il centrodestra stava subendo un trend negativo anche a livello nazionale, basti pensare che abbiamo perso Treviso e altre roccaforti.
    D. Tutto qui?
    R. Ovviamente no. Ci sono stati anche alcuni errori. In particolare mi riferisco ai progetti della sede unica del Comune di via Dalmazia e dello stadio a Buffalora.
    D. Lei era contrario?
    R. I progetti erano assolutamente sensati, ma prima della crisi. Vista la crisi economica bisognava accantonarli e dare maggiore visibilità a situazioni più stringenti. Purtroppo abbiamo dato l’impressione di non essere capaci di aggiornare le nostre proposte.
    D. Ci sono altre questioni che hanno pesato in maniera negativa?
    R. Sì. Purtroppo è mancata la capacità di vivere un rapporto di quotidianità con i cittadini che per Brescia è molto importante.
    D. Può spiegarsi meglio?
    nuova-sede-uffici-comunaliR. In città c’è la tradizione, che risale probabilmente al lungo governo di Bruno Boni, di un rapporto diretto tra primo cittadino e residenti. I bresciani sono abituati a portare le proprie istanze direttamente al sindaco. Purtroppo il sindaco Paroli per un periodo è stato troppo assente.
    D. Però il vicesindaco era molto presente…
    R. Io ho cercato di fare sentire la vicinanza dell’amministrazione ai cittadini, e ho avuto delle gratificazioni importanti. Ma non era la stessa cosa naturalmente, dato che io avevo delle deleghe fuori dalle quali non potevo muovermi.
    D. Ci sono state pesanti critiche anche sulla questione di Brixia Sviluppo e sull’incorporazione con Brescia Infrastrutture. Ci dica che disegno c’era…
    R. Brixia Sviluppo era una società che doveva diventare uno strumento di sviluppo, appunto, per il centro storico e per tutte le aree in affanno della città. Perchè è il pubblico che deve fare da volano.
    D. E ci siete riusciti?
    R. Servivano capitali da investire ogni anno, e purtroppo la crisi economica non ci ha dato la possibilità di farlo. Ma difendo le operazioni dell’ex-Oviesse e della stazione dei vigili urbani a San Faustino. Sono state scelte socialmente utili e importanti, nonostante le difficoltà del periodo, abbiamo smosso delle situazioni difficili. Certo la stagnazione, almeno per corso Mameli, non ci ha aiutato, ma ora le cose stanno migliorando. Serviva tempo, ma la scelta era giusta.
    nuova_sede_vigili_sanfaustino_bresciaD. E i vigili?
    R. Il comune ha affittato per oltre 15 anni uno spazio al Carmine. Che senso aveva stare in affitto? Forse conveniva a qualcuno, ma non alla Loggia. Noi abbiamo preso una sede funzionale.
    D. E l’incorporazione lampo con Brescia Infrastrutture?
    R. Era la soluzione migliore per tutelare il patrimonio dell’amministrazione. La crisi non ci consentiva di fare nuovi investimenti socialmente utili, quindi non potevamo avere due società con la stessa mission. Ripeto che non scappiamo, né rinneghiamo ciò che è stato fatto. Tanto è vero che esposti e chiacchiere dell’opposizione del tempo si sono tradotte con uno zero assoluto.
    D. L’opposizione del tempo è la maggioranza di adesso…
    R. Già…
    D. Allora parliamo del governo della città, oggi. C’è qualcosa che salva della giunta Del Bono, qualche assessore con cui si trova in sintonia?
    D. Diciamo che l’unica cosa che apprezzo della giunta Del Bono riguarda la scelta di continuare le pedonalizzazioni in centro storico. Però, oltre alle chiacchiere di veri o presunti ambientalisti, contano i fatti. I fatti dicono che siamo stati noi a iniziare questo processo. E quando abbiamo inziato i commercianti erano inferociti. Ora addirittura sono loro a chiedere la pedonalizzazione, perché hanno capito che creando eventi e inziative in una via pedonale la gente risponde in maniera positiva.
    emilio del bonoD. Del sindaco Del Bono cosa dice?
    R. Il sindaco ha la malattia del suo premier, la Renzite. Fa grandi proclami, come il palazzetto dello sport e il rinnovo del campo sportivo Calvesi e poi non fa nulla, solo chiacchiere e aria fritta. La sua è una concretezza sbandierata che non trova riscontro. Sulla sicurezza poi…
    D. Sulla sicurezza cosa?
    R. Dico soltanto che sono i vigili i primi a lamentarsi, e questo la dice lunga. E il degrado della città è sotto gli occhi di tutti.
    D. E della giunta che cosa pensa?
    R. Che ne cambierei metà, e l’altra metà la sceglierei sui principi che mancano all’amministrazione attuale: competenza e umiltà.
    D. Parliamo un po’ di politica. Come è messo il centrodestra bresciano?
    R. Direi che è messo bene, anche se i contatti attualmente sono solo verbali.
    D. Cosa vorrebbe in più?
    R. Oggi è ancora presto, ma vorrei che si creasse un laboratorio permanente in cui partiti e realtà della società civile discutessero, per costruire un programma condiviso con una linea di interventi concreta.
    D. E la Lega Nord che ruolo avrebbe?
    R. I sondaggi parlano chiaro. Dicono che la Lega è il primo partito del centrodestra, e ritengo che sia anche l’unico partito di centrodestra ad avere una linea programmatica chiara. Quindi il ruolo della Lega è chiaro.
    D. Ma questa leadership che effetto potrebbe avere sulla scelta di un candidato sindaco in città?
    R. Credo che un candidato vada scelto sulla scorta di molti fattori. Penso che anche per il centrodestra sia importante che il candidato sindaco passi dalle primarie di coalizione. E’ il modo migliore per capire qual è la figura che la gente preferisce. Spesso, oltre al partito, sono le caratteristiche personali a piacere alla gente. Ma molto dipenderà da quello che succederà a Milano, dove il Carroccio ha un nome importante da giocare: quello di Matteo Salvini.
    D. Bene, allora parliamo un po’ di Lega Nord.
    R. E’ il mio argomento preferito…
    D. Della svolta di Salvini cosa dice, non tradisce le idee storiche che stavano alla base del movimento?
    R. Oggi la base della Lega Nord è cambiata, e il partito non può ignorare che ci siano altre priorità urgenti. Mi riferisco allo scarso peso dell’Italia in Europa, sul problema immigrazione e sull’emergenza sbarchi. La gente ha cambiato priorità, e la Lega si è giustamente aggiornata basandosi sulle esigenze del proprio elettorato.
    matteo salviniD. Facciamo a lei la stessa domanda che abbiamo fatto alla Bordonali.
    R. Di cosa si tratta?
    D. Della sua mancata nomina ad assessore in Regione Lombardia, nonostante a Brescia dicessero che Maroni avesse costruito un assessorato proprio sulle deleghe richieste da Rolfi…
    R. In un partito queste sono cose normali, che possono succedere. Certo, inzialmente ho provato un po’ di rammarico, ma in politica bisogna guardare anche ai lati positivi. Ora la Lega bresciana è più forte in Regione, con un assessore e un consigliere. Il Pirellone sta lavorando bene. E dobbiamo ricordarci che il bene della coalizione è la cosa più importante.

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