Ucid, la pastorale del lavoro di Papa Paolo VI

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    OLYMPUS DIGITAL CAMERA(red.) L’Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti (UCID) Sezione di Brescia ha organizzato per sabato 18 aprile un convegno dedicato alla figura di Papa Montini dal titolo “Paolo VI, l’uomo moderno: lavoro, impresa, società”.
    L’UCIDBrescia ha deciso di organizzare un convegno dedicato alla figura di Papa Paolo VI, più volte definito “il Papa dei lavoratori”. Un tema particolarmente caro all’organizzazione cristiana. Nel 1900 proprio il tema del lavoro riceve nuovo impulso durante il magistero di Paolo VI. La priorità del lavoro sui mezzi di produzione, la dignità del lavoratore che deve essere visibile nel momento in cui la persona svolge la sua attività, il valore del tempo libero e della festa sono alcuni dei pensieri che il papa bresciano elaborò e ripeté durante tutto il suo pontificato.
    Dopo i saluti di don Angelo Maffeis, presidente dell’Istituto Paolo VI, e Francesco Franceschetti, presidente di UCID Sezione di Brescia, il vescovo di Brescia Monsignor Luciano Monariha portato i suoi saluti alla platea gremita. Il vescovo Monari ha letto degli stralci dell’omelia che papa Paolo VI il 23 febbraio 1964 recitò ai lavoratori della società dei telefoni. “In queste sue parole si notano subito due grandi interessi di papa Paolo VI: la difesa della dignità umana in tutta la sua ricchezza e il concetto che la fede non limita la libertà dell’uomo, ma anzi la rende più profonda. Papa Montini esprime più volte un valore ripreso da Pascal: il lavoro è più grande di se stesso perché ha in sé la componente umana che lo arricchisce, così come l’uomo è più grande di se stesso perché può tendere alla conoscenza di Dio”.
    E’ intervenuto poiEdoardo Bressan, professore di Storia Contemporanea all’Università di Macerata, il quale ha ricordato il periodo milanese di papa Montini. “Il tema ad emergere da subito per il pontefice è quello del lavoro, a cui seguirà quello della povertà generata in particolare dal nuovo sistema industriale. Povertà che può essere curata con la carità ma che non sia mera filantropia. Papa Paolo VI chiarisce subito che la politica sociale deve basarsi sulla dottrina sociale della Chiesa”.
    Al professor Giacomo Scanzi, docente di Teoria e tecnica del giornalismo e Scrittura giornalistica all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia, è toccato ricordare le radici bresciane di papa Montini. “In Montini c’è una sorta di poetica profondamente innestata nell’esperienza bresciana. Come ha ricordato il vescovo, Paolo VI guarda il mondo con gli occhi dell’innamorato, ed è un filo rosso riconoscibilissimo che lo permea durante tutta la sua vita. Lui stesso definisce la santità “un dramma d’amore”. La sua poetica, che mi ha colpito in modo particolare quando ho potuto seguire la sua causa di beatificazione, si rintraccia da subito nella sua esperienza famigliare,nel suo rapporto con la nonna Francesca e la madre Giuditta. Entrambe queste donne sono alla radice della sua esperienza sacerdotale. E poi la figura forte del padre, il legame naturale vivente con il presente e la grande tradizione storica cattolica di fine Ottocento. Credo che Paolo VI scrisse l’Umanae Vitae guardando proprio alla relazione coniugale dei suoi genitori.
    I tre relatori sono stati invitati a partecipare al convegno da UCID per la loro profonda conoscenza del tema essendo tutti esperti della figura di Papa Paolo VI e della sua pastorale dedicata al lavoro. UCID, per sua vocazione costitutiva, ha al centro delle proprie attività associazionistiche il valore dell’imprenditorialità “coscienziosa”, vicina ai propri lavoratori e ispirata ai principi del Cristianesimo dimostrando che anche una “politica lavorativa più umana” non è in conflitto con una politica economica ed imprenditoriale efficace.

     

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