Diritti per Tutti, 4 picchetti antisfratto

Il più teso a Rogno, dove una famiglia con tre bambini rischiava di restare senza casa. Ottenuto un rinvio di alcuni giorni.

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    antisfratto-Rogno(red.) L’associazione Diritti per Tutti di Brescia, in una nota stampa, ha comunicato di aver fatto, nella giornata di mercoledì 15 aprile, ben quattro picchetti antisfratto tra città e provincia.
    In città, in vicolo Candia, la protesta ha ottenuto un rinvio al 20 maggio per Daniela e il suo compagno. Il proprietario dell’immobile, si legge nel testo, ha rifiutato di aderire al progetto contenimento sfratti offerto dal comune, che permetterebbe ai due cittadini italiani, già seguiti dai servizi sociali per alcune fragilità, di arrivare all’assegnazione di un alloggio Aler vista la buona posizione in graduatoria.
    A Flero e Lodetto di Rovato, invece, le mobilitazioni hanno strappato il rinvio al 27 maggio per le due famiglie con minori rimaste vittima della morosità incolpevol,e dopo il licenziamento dei padri.
    Forte tensione infine a Rogno, in Val Camonica: “Qui l’ufficiale giudiziario, su richiesta della proprietà, ha sollecitato l’intervento dei carabinieri presenti in forze (almeno una trentina). A quel punto per difendere la famiglia di Sabina, di suo marito Faidi, licenziato dalla Adamello montaggi e delle tre bambine di 6 anni e 4 (una delle due gemelle disabile), alcuni attivisti sono saliti sul tetto, altri si sono barricati in casa e altri ancora si sono incordonati davanti all’ingresso del condominio. La presenza numerosa e determinata degli atttivisti, circa una sessantina, del Collettivo antisfratti ProvinciaLotta della Val Camonica, di Diritti per tutti e, da parte bergamasca, di Unione inquilini e Asia Bergamo, ha fatto desistere i militari e l’ufficiale giudiziario ha rinviato all’8 maggio l’esecuzione”.
    “Per ottenere un incontro con il sindaco”, conclude il comunicato, “i manifestanti hanno poi occupato il municipio per oltre 2 ore, andandosene solo per rispetto nei confronti delle impiegate, perchè gli amministratori erano fuggiti lasciando i dipendenti in comune e non permettendo loro di andare in pausa pranzo”.

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