Lettere al direttore

Bragaglio: “Famiglie anagrafiche, vince il buon senso”

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Claudio-BragaglioImmagino che il voto in consiglio comunale sulla ‘famiglia anagrafica’ sarà oggetto di varie interpretazioni. “Normale. Ma altrettanto opportuno non sottrarsi ad uno sforzo di obbiettività. Lo dico, per esempio, al capogruppo della Lega, Nicola Gallizioli, che s’è intrattenuto a lungo nel suo intervento contro il ‘Registro delle coppie di fatto’, quando sapeva che tale richiesta è superata da 8 mesi, come giustamente ha ricordato Fabio Capra. E che il confronto vero, condiviso dalle stesse realtà proponenti la Petizione, era sul riconoscimento della ‘famiglia anagrafica’ e relativi effetti per l’accesso e la fruizione, senza discriminazioni, ai servizi pubblici comunali.
Non sorprende che in questi mesi si siano intrecciati temi di legislazione nazionale, questioni valoriali e costituzionali sulla famiglia. Lo ha fatto più volte e autorevolmente lo stesso Vescovo, mons. Luciano Monari. Penso, in particolare, alla sua celebrazione del ‘Te Deum’ di fine anno. Successivamente è stato pubblicato anche un Documento, sottoscritto da esponenti cattolici, che, a mio giudizio, andava letto per ciò che effettivamente portava scritto. Senza farsi troppo condizionare da alcune firme, in particolare da quelle politicamente strumentali.Tale Documento proponeva due piani di riflessione. Una prima parte sulla legislazione delle famiglie e delle coppie di fatto, a mio parere discutibile e per certi aspetti irrisoluta, perché evocava problemi senza avanzare proposte. In ogni caso, meritevole di attenzione e che rinviava le soluzioni (giustamente) al legislatore nazionale. Una seconda parte che riconosceva al Comune (al punto 17) la possibilità di intervento sulle materie di propria competenza e non in contrasto con la legge.
Questo è stato l’effettivo spazio percorso a Brescia. Con un esito positivo, dal punto di vista del merito. Oltre che, ritengo, dal punto di vista politico, con PD regionale e provinciale che hanno approvato propri Documenti all’unanimità. Con un Gruppo Consiliare e un PD cittadino, che sono approdati, mettendo a frutto un confronto serio e rispettoso del pluralismo interno, ad una conclusione unanime. Come unanime la maggioranza della Giunta Del Bono. Che ci sia per questo del fastidio politico tra l’Opposizione in Loggia e le varie ‘Sentinelle’, ci sta. E ci sta pure bene, dopo quel che s’è sentito!
Non mi avventuro, in questa mia riflessione, su quanto avverrà in Parlamento. Sono tra coloro che auspicano una legislazione sulle ‘Unioni civili’. Con ‘Unioni civili’ comprensive delle ‘coppie omo’. E non, come taluni sostengono, per i soli ‘matrimoni gay’’, e con una sostanziale esclusione delle ‘coppie etero’. La scelta fatta opportunamente a Brescia è stata quella di attenersi al terreno amministrativo. Si sono evitate le ‘azioni bandiera’, promosse in altri Comuni, come il riconoscimento dei matrimoni gay fatti all’estero. E non tanto o solo perché Del Bono non è Marino. Ma perché s’è deciso di fare un passo breve, possibile e concreto. Ma anch’esso simbolico per il riconoscimento dei diritti.
Nella ‘prassi’ sappiamo che a Brescia i componenti delle ‘famiglie anagrafiche’, che si costituiscono in convivenza sulla base di autocertificazioni, accedono in generale ai servizi comunali. E sappiamo che tali nuclei familiari costituiscono ampia parte delle situazioni concrete. Ma dopo l’approvazione in Loggia ciò che era prassi diventa un riconoscimento consapevole ed un indirizzo amministrativo affidato dal Consiglio alla Giunta. Un fatto pubblico.
Non mi viene di parlare di ‘vittorie’. Quanto piuttosto di ragionevolezza nel riconoscere diritti. Che mi auguro faccia breccia anche tra coloro che hanno una qualche venatura di integralismo o tendono a negare l’effettiva realtà delle diverse famiglie.
Ma di sicuro una sconfitta c’è, quella di coloro che si proponevano – con strumentalizzazioni politiche e con la pratica della “doppia morale” – di dare un colpo politico al centro sinistra in Loggia. Peraltro sempre più esposti a crampi, ormai cronici, di confusione mentale. Con i consiglieri di centro destra capaci di votare all’unanimità a favore del “Documento Ungari” in Commissione ed, altrettanto tetragoni ed all’unanimità, di schierarsi contro lo stesso Documento in Consiglio. Chapeau!

Claudio Bragaglio, Pd Brescia

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