Cdc, anche i consiglieri senza compenso

Dopo presidente e giunta, anche il consiglio taglia i gettoni. Risparmiati 160 mila euro. Ora riordino delle partecipate.

giunta camera di commercio(red.) Dopo il Presidente ed i componenti della giunta, anche i Consiglieri della Camera di Commercio hanno deciso di rinunciare alle somme spettanti per il loro incarico presso l’Ente.
Il risparmio stimato per la Camera ammonta a circa 160 mila euro, che andrà a costituire un“plafond” destinato ad iniziative a sostegno delle imprese bresciane. “La decisione assunta dal Consiglio della Camera di Commercio”, commenta il presidente Giuseppe Ambrosi, “al di là dei risparmi che farà conseguire, e della possibilità di reimpiegare somme che verranno utilmente destinate ad iniziative di interesse per le imprese, riveste un grande significato simbolico e intende sottolineare lo spirito di servizio e gratuità del mandato degli organi camerali”.
La decisione si inserisce nel quadro complessivo dei provvedimenti adottati dalla Camera di Commercio per ottimizzare e razionalizzare l’utilizzo delle risorse finanziarie disponibili, drasticamente ridotte quest’anno a seguito della diminuzione del 35%, normativamente imposta,  dell’introito derivante dal diritto camerale.
Nella seduta di giovedì 26 marzo il Consiglio camerale ha approvato il “Piano di razionalizzazione delle società e delle partecipazioni societarie” previsto dalla L. 190/2014 (legge di stabilità 2015). Il provvedimento, peraltro, rappresenta la prosecuzione di un percorso che la Camera di Commercio di Brescia aveva già autonomamente avviato a partire dal 2012 un percorso di dismissione delle proprie partecipazioni, che sono nel frattempo passate da 41 a 25, mentre il provvedimento approvato rappresenta la prosecuzione del programma, prevedendo un’ulteriore riduzione di 12 partecipazioni.
“In questo caso”, aggiunge Ambrosi, “si è trattato di svolgere attente analisi e valutazioni su partecipazioni che si sono “stratificate” nel tempo ma la cui ragion d’essere, in diversi casi, non è più risultata in linea con le attuali esigenze del territorio e del tessuto economico provinciale. Eliminazione delle partecipazioni non più indispensabili al perseguimento delle attuali finalità istituzionali, eliminazione di quelle riferite a infrastrutture per le quali è terminata la fase di “start up” e di quelle riguardanti società “in house”, i cui servizi erano solo raramente utilizzati, sono stati i criteri che hanno principalmente orientato le decisioni prese dal Consiglio camerale”.
Entro giugno l’Ente camerale emanerà i bandi per la vendita delle quote societarie per le quali è stata deliberata la dismissione.

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