Brescia, il prefetto e la patente ritirata

Narcisa Brassesco Pace è indagata per abuso d'ufficio. Avrebbe "suggerito" ad un amico imprenditore come muoversi per riavere la patente ritirata al figlio.

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    Brassesco Pace(red. ) Ilfattoquotidiano.it torna ad occuparsi del prefetto di Brescia, Narcisa Brassesco Pace, al centro di una vicenda giudiziaria in cui la rappresentante del Governo è indagata per abuso d’ufficio.
    Come riferisce il quotidiano, in un articolo a firma di Andrea Tornago, il prefetto bresciano avrebbe “suggerito” ad un imprenditore bresciano come muoversi per far restituire la patente ritirata al figlio.
    L’altro funzionario è accusato di abuso d’uffico dalla Procura di Brescia ed è chiamato a comparire in aula il prossimo 12 marzo.
    “Il ruolo del prefetto – scrive Ilfattoquotidiano.it riportando il testo della richiesta di rinvio a giudizio firmata dal pm Claudio Pinto – sarebbe quello di “istigatore e determinatore” di un ricorso considerato dal pm “manifestamente infondato” e contenente “dichiarazioni false”, poi accettato dalla stessa Prefettura. Sul caso vige il più stretto riserbo della Procura.
    I fatti risalirebbero all’estate di tre anni fa: la Procura di Verona intercetta una telefonata tra Rino Mario Gambari , titolare del gruppo lumezzanese Gambari International e, fino all’aprile del 2014, consigliere delegato di A4 Holding, la società di gestione dell’autostrada Serenissima – e il prefetto di Brescia Brassesco Pace in cui i due interlocutori parlano del ritiro della patente del figlio dell’uomo. Secondo le contestazioni degli inquirenti, sarebbe stata proprio Brassesco Pace ad indicare all’amico come fare per ottenere di nuovo la licenza di guida, “rappresentando falsamente l’esimente dello stato di necessità, adoperandosi successivamente per l’accoglimento del ricorso”. Necessità che sarebbero state giustificate per lo stato di salute di un’anziana parente.
    La pratica- riferisce il quotidiano- è stata poi firmata dall’ex viceprefetto Carmelo Bellissima (attualmente in pensione), nonostante la documentazione fornita attestasse una “situazione in realtà assente e nota ai correi”. Nei guai è finito così anche un medico di Lumezzane, indagato per falso ideologico per aver firmato “una ricetta medica in favore della paziente (omissis) con falsa dichiarazione della data di rilascio e del giorno del trattamento prescritto”. Tra gli imputati per concorso in abuso d’ufficio anche la figlia del prefetto Brassesco Pace, avvocato di un noto studio legale di Genova.
    La multa al centro della vicenda era stata elevata dalla polizia locale di Brescia e quindi il sindaco di Brescia, Emilio del Bono risulta coinvolto come “parte offesa” nel procedimento contro il prefetto Brescia, ma non avrebbe ancora deciso se costituirsi all’udienza preliminare.

     

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