Morte di “Ema”, chiesto processo per il pusher

Secondo il pm Isabella Samek Lodovici, il 20enne italiano sarebbe il responsabile della morte del 16enne che si gettò nel Naviglio a Gavardo.

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    emanuele_ghidini(red.) E’ indagato per morte come conseguenza di altro reato e ora potrebbe essere rinviato a giudizio il 20enne italiano che, secondo il sostituto procuratore Isabella Samek Lodovici, avrebbe ceduto la dose letale di droga (marijuana e droga sintetica) ad Emanuele Ghidini, il 16enne di Gavardo che, la notte del 24 novembre del 2013, si buttò nel naviglio, morendo annegato. Ora spetta al Gup decidere se chiedere il processo per lo spacciatore che vendette la dose al 16enne durante una festa a Muscoline.
    Secondo il pm, se il ragazzo non avesse assunto quel mix di sostanze, non si sarebbe lanciato dal parapetto del fiume, probabilmente in preda alle allucinazioni causate dalle droghe.
    Per risalire al pusher sono state condotte indagini accurate ma complicate da omissioni ed atteggiamenti di omertà anche da parte dei ragazzi che facevano parte dell’entourage di Emanuele.
    Per mantenere vivo il ricordo del figlio, Gianpietro Ghidini, il papà di “Ema” ha costituito la fondazione «Pesciolino rosso» che promuove iniziative volte ad informare i giovani sui rischi connessi all’assunzione delle droghe.

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