Ilva, «Governo garantisca pagamenti a indotto»

ilva-riva(red.) Un commissariamento “inadeguato”, su cui “hanno pesato l’irresponsabilità della classe politica locale, colpevole di anni di mancati controlli” e “l’ingerenza dello stato che ha solo portato debiti” e “conseguenze drammatiche per la siderurgia e per il suo indotto”.
La Lega Nord, per voce del deputato leghista bresciano Davide Caparini, punta il dito contro il decreto Ilva (“l’ennesimo fallimento, dopo sette decreti”) e lancia l’allarme per l’indotto: “Parliamo di oltre 4mila imprese del Nord e decine di migliaia di lavoratori, artigiani e liberi professionisti che rischiano di non essere pagati per lavori già eseguiti, su cui peraltro hanno anche già versato le tasse. Oltre il danno, la beffa”. Caparini ha quindi chiesto al governo “un preciso impegno per il recupero dei crediti vantati nei confronti della società e dell’amministrazione straordinaria prima della costituzione dell’attuale newco”. Il Carroccio presenterà alla Camera anche una pregiudiziale sottolineando “l’inefficacia dei decreti fino ad oggi adottati”.
“La vicenda Ilva è – per Caparini – il segno della drammatica assenza di una politica industriale da parte di questo governo” ed è “stata segnata negativamente – e in maniera indelebile – dall’ingerenza dello Stato nei confronti dell’azienda – nata come privata e sottoposta alle regole di mercato – e poi ‘trasformata’, di fatto, in impresa ‘pubblica’. “Due anni e mezzo di gestione para-statale hanno causato debiti per 3,5 miliardi di euro”. Ma “al governo manca una visione industriale e strategica per la siderurgia italiana”, che – ha rimarcato il deputato leghista – “continua ad avere margini di crescita e sviluppo che è compito della politica sfruttare e promuovere”.

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