Truffa fotovoltaico, 5 bresciani indagati

Le accuse, a vario titolo, sono di bancarotta fraudolenta, truffa aggravata,falso emissione ed annotazione di fatture per operazioni inesistenti.

Più informazioni su

    fotovoltaico(red.) Dopo tre anni l’inchiesta sull’affaire Spal 1907 spa di Cesare Butelli e l’impianto fotovoltaico di Casaglia, nel ferrarese, giunge a un punto di svolta con il deposito dell’atto di fine indagine a carico di otto indagati, tra i quali c’è l’ex patron della società biancazzurra, Cesare Butelli, imprenditori e dirigenti di Herambiente e cinque uomini d’affari bresciani.
    Le accuse, a vario titolo, sono di bancarotta fraudolenta, truffa aggravata,falso emissione ed annotazione di fatture per operazioni inesistenti.
    Gli indagati bresciani sono Remo e Luca Turra, della Turra Energia, Tommaso Franzini della Global Consulting, Andrea Venturelli della Tunve Energy e Luca Garioni di Europesum.
    Butelli, ex patron della Spal 1907 (dichiarata fallita dal tribunale di Ferrara lo scorso 20 marzo), avrebbe distratto la cifra di 2.817.000 euro incassata dalla società sportiva grazie all’operazione fotovoltaico, girandoli alle società Gretom srl e Etrapiris srl di cui era socio-amministratore, anziché a favore della società. Per lo stesso reato è indagato con lui Remo Turra (difeso dall’avvocato Claudio Maruzzi), subentrato come socio di Butelli e proprietario della Turra Energia di Brescia, società che realizzò l’impianto fotovoltaico, che avrebbe girato 500mila euro (parte dei quasi tre milioni che Butelli avrebbe sottratto) alla Gretom e non alla Spal.
    L’operazione è legata all’affare che nelle premesse doveva garantire alla società calcistica oltre 4 milioni di euro. Di questi 4 milioni sono 2,8 quelli che mancano all’appello.
    Nel dettaglio la Global Consulting avrebbe intascato circa 2 milioni e 352mila euro, Europesun  2 milioni e 688mila, Tunve Energy 2 milioni e 740mila, e Ferrara Energia 2 milioni e 612mila.
    Butelli è chiamato anche a rispondere di emissione dal gennaio al giugno 2011 di quattro fatture per operazioni soggettivamente inesistenti per oltre 4 milioni (la somma che doveva essere versata alla Spal in ragione della cessione dell’attività inerente il fotovoltaico) a favore di Turra Energia, per consentire alla società bresciana di evadere Ires e Iva. Per la stessa ragione Remo Turra è accusato di dichiarazione fraudolenta per aver usufruito di quei documenti al fine di evadere l’Ires per 467mila euro e l’Iva per 340mila.
    Per Luca Turra, Franzini, Venturelli e Garioni c’è anche l’ipotesi di falso in attestazioni all’Ufficio dogane in quanto, per ottenere la licenza di esercizio per la produzione di energia elettrica da fotovoltaico, avrebbero attestato di essere in possesso dell’autorizzazione unica mai rilasciata dalla Provincia di Ferrara prima del 16 gennaio 2014.
    Ora gli indagati avranno la possibilità di depositare memorie difensive e chiedere di essere interrogati per chiarire le proprie posizioni. Quindi la procura di Ferrara vaglierà l’ipotesi dell’eventuale rinvio a giudizio.

     

    Più informazioni su

    Commenti

    L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.