Bracconaggio, cacciatori nei guai a Serle

Due uomini "pizzicati" dal Corpo Forestale di Gavardo mentre utilizzavano richiami di dubbia provenienza.

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    richiami vivi gabbie(red.) Due le operazioni antibracconaggio del Comando Stazione di Gavardo del Corpo Forestale dello Stato, in collaborazione con alcuni volontari di Legambiente, messe a segno nei giorni scorsi nel bresciano.
    A finire sotto la lente dei forestali richiami da caccia di dubbia provenienza.
    Il primo intervento è avvenuto in località “Funtanì” a Serle, dove gli agenti hanno sorpreso un uomo intento ad esercitare la caccia da appostamento fisso con l’ausilio di richiami di allevamento. Gli uccelli avevano alla zampa anelli di un’associazione ornitologica ma, ad una prima verifica, sarebbero risultati alterati nella forma e nelle dimensioni. Il cacciatore avrebbe dichiarato che i richiami erano di proprietà del padre, allevatore iscritto all’associazione. Presso l’abitazione del cacciatore sono stati  rinvenuti altri esemplari di specie di avifauna, tordi bottaccio e merli, senza la presenza di una voliera utile alla riproduzione in cattività di tali animali. Apprfondendo le ricerche, la Forestale ha poi scoperto che nel bosco dietro casa erano state posizionate 14 trappole per la cattura uccelli.
    Il cacciatore è stato così deferito all’Autorità Giudiziaria per il reato di uccellagione con mezzi vietati.  Tutte le trappole sono state poste sotto sequestro così come gli uccelli.
    Sempre a Serle, ma in località “Cariadeghe”, un altro cacciatore è stato notato mentre praticava la caccia da appostamento fisso utilizzando uccelli da richiamo privi di anello di identificazione. L’uomo ha spiegato che gli esemplari provenivano dal suo allevamento e avrebbe cercato, colto sul fatto, di applicare al momento gli anellini di un’associazione ornitologica agli uccellini stessi.
    Sotto sequestro sono così finiti 10 anellini e 13 esemplari di avifauna. L’uomo deve rispondere di uccellagione e di tentato uso abusivo di sigilli.

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