Beccalossi: “Silicon Valley in Franciacorta”

La proposta dell'assessore regionale riguarda il "dopo Expo". "Qui il polo agroalimentare in grado di coinvolgere Stati, imprese e consorzi".

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bicchiere Franciacorta(red.) “Una vera e propria ‘Silicon Valley’ dell’agricoltura e dell’agroalimentare in grado di coinvolgere Stati, imprese del settore, consorzi di tutela dei prodotti, ma anche mondo dell’università e della ricerca”. A proporla, per il dopo-Expo e per il futuro delle aree che ospiteranno l’evento, è Viviana Beccalossi, assessore regionale al Territorio e Urbanistica, a margine dell’incontro avvenuto oggi a Milano per la presentazione dell’accordo che legherà il Consorzio Vitivinicolo Franciacorta all’Esposizione Universale.
“Pur comprendendo tutte le difficoltà e gli aspetti economici della vicenda – prosegue Viviana Beccalossi – ritengo che Il patrimonio di conoscenza, contatti e valorizzazione dei temi legati all’agricoltura e all’alimentazione che per sei mesi faranno di Milano e dell’Italia un punto di riferimento nel mondo, potrebbero trovare continuità anche al termine dell’Esposizione Universale”. “L’agroalimentare – continua Viviana Beccalossi – rappresenta una porzione vitale per l’economia italiana, con oltre tre milioni di occupati e il 14% del PIL nazionale. Siamo il Paese dei 270 prodotti DOP e IGP e dei grandi marchi del mangiare e del bere bene. Dare continuità al lavoro svolto in questi anni per organizzare l’Expo può rappresentare una potenziale svolta economica per il settore”.
L’idea, che mi è venuta oggi assistendo alla presentazione di un Consorzio importante e qualificato come il Franciacorta – spiega Viviana Beccalossi –, è quella di un grande Polo della ricerca sul cibo, di incubatori aziendali per far nascere nuove idee ma anche di spazi per la commercializzazione dei prodotti e per la ristorazione di qualità”. “Il mio appello – conclude Viviana Beccalossi – oltre che al Governo va anche agli Stati che parteciperanno a Expo: perché invece di ‘smantellare’ questa esperienza insieme ai padiglioni, non utilizzare le aree per realizzare qualcosa di inedito? Mi rivolgo quindi anche alle grandi aziende italiane del settore, così come ai Consorzi di tutela dei prodotti già oggi apprezzati nel mondo: facciamo di Milano un polo internazionale delle nostre eccellenze e dell’intera filiera, dal campo al piatto del consumatore”.

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