Massetti: “Chiudere il Sistri, è una farsa”

Il presidente di Confartigianato di Brescia e Lombardia è categorico: «Assurdo dire alle aziende di non usarlo, ma di pagarlo».

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EUGENIO MASSETTI(red.) Il presidente di Confartigianato Imprese Unione di Brescia e Lombardia Eugenio Massetti è categorico: «Chiudere il Sistri. Assurdo dire alle aziende di non usarlo, ma di pagarlo».
Perché se da una parte è rinviato di un anno l’obbligo di utilizzo del Sistri, sono confermate le sanzioni per chi non ne versa i contributi. Il tutto è contenuto nel decreto legge “Mille proroghe” che ha previsto lo slittamento dell’obbligo di utilizzo del Sistri al 1º gennaio 2016 e le sanzioni dal 1º febbraio nel caso in cui i soggetti obbligati non provvedessero al pagamento dei diritti annuali per l’anno 2014. Entro il 30 aprile, inoltre, le stesse imprese dovranno versare i contributi per il 2015. Una sanzione amministrativa pecuniaria che può andare da quindicimilacinquecento a novantatremila euro. E doppia registrazione dei rifiuti, di fatto, fino al 31 dicembre 2015: cartacea, basata su registri e formulari, e informatica. Una storia che sembra non avere fine. Per il presidente di Confartigianato Imprese Unione di Brescia: «Un pasticcio che conosciamo e seguiamo dall’inizio. Da allora sono passati cinque anni e quattro Governi.
E una miriade di modifiche all’impianto originario. L’iniziativa più saggia, più giusta e onesta che si deve prendere – prosegue Massetti – è chiudere definitivamente il Sistri e non pretendere ulteriori “gabelle” dalle aziende e consultare le associazioni di categoria prima di procedere all’avvio del nuovo sistema. Chiediamo che tale richiesta venga recepita e inserita nella conversione in legge del decreto “Mille proroghe”, mentre invitiamo i nostri associati ad attendere gli ultimi giorni di gennaio per effettuare il pagamento del contributo annuale del Sistri, sperando che qualcosa di positivo possa intervenire nel frattempo. Il Sistri va superato e ripensato completamente, adottando un modello più snello ed efficiente che, nel rispetto della legalità, serva meglio allo scopo».
«É vergognoso, la legge approvata è una vera e propria beffa, in quanto di fatto è l’ennesimo rinvio senza le semplificazioni richieste e senza chiarimenti sulle modalità di attuazione del Sistri. Per lo Stato è un modo per fare cassa dimostrando che nell’ordinaria routine burocratica delle imprese ci sia un “caos disordinato” che non si riesce più a riorganizzare. Un “pasticciaccio di cose, persone e linguaggi”, come accadeva nel famoso romanzo del dopoguerra di Carlo Emilio Gadda “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana”, dove non c’è soluzione e non si chiude con la scoperta del colpevole. Ma qui la storia è sempre quella. Il colpevole lo conosciamo già. Ma, ancora una volta, si rischia di farla pagare sempre agli stessi. Quelli che pagano già.
Il romanzo di Gadda descrisse un mondo che più che comico che finì nel ridicolo, rivelando una condizione drammatica cui non si riesca a porre rimedio. Il Sistri non è mai entrato in vigore completamente, ma nemmeno mai cancellato o ristrutturato. E noi imprese continuiamo a non sapere nulla, di fatto, sul nostro e il suo futuro» conclude Massetti.

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