Lettere al direttore

“Tutti sulla stessa barca, ma per andare dove?”

Più informazioni su

    galletti CgilSiamo tutti sulla stessa barca. È una delle frasi di maggior successo da quando la crisi ha iniziato a mutare le nostre vite. Andate a un convegno e troverete almeno un relatore che userà questa metafora. La quale trasmette un senso di unione, di comunanza di destini mentre immagina un mare, se non in tempesta, almeno mosso. L’affermazione colpisce e, giusto per non sembrar supponente, dico subito che in alcune occasioni io stesso l’ho pronunciata. L’ombra del dubbio, dopo l’iniziale entusiasmo, si è però allungata con il tramontar del sole. E, quindi, mi sono reso conto che l’affermazione è monca di un pezzo: tutti sulla stessa barca, certo, ma per fare cosa? Il 2014 si sta concludendo così come era iniziato, ovvero in crisi. Il 2015, stante le premesse, non andrà meglio. Anzi, a causa della riduzione complessiva degli ammortizzatori sociali, per tanti lavoratori e lavoratrici la situazione potrebbe peggiorare e sono a rischio tanti contratti di solidarietà che in questi anni hanno garantito il mantenimento dei livelli occupazionali in numerose aziende della provincia. Il Jobs Act approvato dal governo non migliorerà l’occupazione. Nessuna legge sulle regole del lavoro lo ha mai fatto e così sarà anche questa volta. Per parte nostra, al contrario, continueremo a muoverci per fare in modo che il lavoro non sia ulteriormente degradato, nella convinzione che solo il lavoro di qualità, anche nei diritti e nelle tutele, sia premessa per una ripresa sostenibile. Il successo delle manifestazioni e degli scioperi che abbiamo messo in campo tra il 25 ottobre e il 12 dicembre sono la dimostrazione che non siamo gli unici a pensarla in questo modo. E, sull’onda di questo, il 2015 proseguiremo con le iniziative e, nella contrattazione, cercheremo di far vivere le nostre posizioni a difesa dello Statuto dei lavoratori e di lotta concreta alla precarietà.
    Tutti sulla stessa barca, quindi, ma per fare cosa? Il dibattito sulle sorti del Brescia calcio ha un fascino indubbio ma, non me ne vogliano i tifosi, rischia di farci dimenticare lo stato occupazionale e di crisi della nostra provincia. La Brebemi, «la prima opera senza ricorso di denaro pubblico», superata la fase degli allungamenti della concessione o degli sgravi fiscali, punta a finanziamenti diretti per 330 milioni. La Tav, che devasta territorio e attività produttive, risponde a logiche vecchie di almeno 20 anni e non considera l’attualità delle opere infrastrutturali. Nel frattempo si arretra sulla banda larga (rispetto alla velocità con cui si muovono all’estero) e si racimola qualche soldo, quando va bene, sulle bonifiche ambientali. Noi lo diciamo da tempo: austerità e crescita non sono compatibili e serve un Piano per il Lavoro che metta al centro innovazione, ricerca, economia verde, opere di mitigazione del cambiamento climatico, riassetto idrogeologico del Paese, valorizzazione del nostro patrimonio artistico e culturale. Continueremo a dirlo e a muoverci in questa direzione anche nel 2015, continuando anche a denunciare che un pezzo di risorse necessarie per le riforme del paese venga finalmente preso dall’evasione fiscale, vero buco nero del nostro sistema. E a chi propone in modo demagogico «flat tax» rispondiamo che restiamo affezionati alle patrimoniali sulle grandi ricchezze, che vanno a prendere soldi non ai piccoli risparmiatori ma a chi è molto ricco invece di lasciargli ancora più soldi. La nostra speranza per il 2015 è che il tema della coesione sociale e della disuguaglianza crescente, una delle cause principali della crisi in corso, non siano solo nostre preoccupazioni. Perché sì, siamo tutti sulla stessa barca, ma come diceva Giorgio Gaber in una canzone, ci sono la «Prima classe, la seconda classe, la terza classe e poi le donne, i negri e via dicendo». E se la barca «non sa dove va ma continua ad andare» è un problema per tutti.

     

    Damiano Galletti segretario generale Camera del Lavoro di Brescia

    Più informazioni su

    Commenti

    L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.