Rifiuti tossici dall’Australia, Selca a giudizio

In aula Flavio e Ivano Bettoni, titolari dell’azienda di Berzo, con l’accusa di falso e traffico internazionale di rifiuti.

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    berzo demo ex selca rifiuti(red.) A processo (il prossimo 5 giugno) Flavio e Ivano Bettoni, titolari della ex Selca di Berzo Demo, con l’accusa di falso e traffico internazionale di rifiuti.
    Ventitrèmila tonnellate di celle elettrolitiche contenenti cianuri e floruri sarebbero, secondo la Procura di Brescia che ha rinviato a giudizio i due imprenditori dell’Alta Valcamonica (Brescia), nell’impianto di Forno Allione della Selca, in un periodo compreso tra  settembre 2009 e febbraio del 2010. Lo riferisce Il Giornale di Brescia.
    Secondo l’accusa, l’azienda camuna non avrebbe inertizzato le scorie provenienti dalla multinazionale australiana Tomago, prima di rivendere l’alluminio come materia prima secondaria ad acciaierie e fonderie, sia in Italia sia in Europa. I materiali venivano rimmessi nel mercato con ancora all’interno il loro potenziale nocivo.
    Due dei quattro coindagati hanno patteggiato la condanna ad un anno di reclusione (pena sospesa), mentre altri due sono stati prosciolti.
    Contro gli ex proprietari dell’azienda di Berzo Demo si sono costituiti anche il Ministero dell’Ambiente, la Provincia di Brescia (ed il Comune di Berzo Demo, costretto alla difficle operazione di bonifica ecologica dal 2010, quando l’azienda decretò il fallimento.

     

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