Girelli: “Troppa mafia, bene la Dia a Brescia”

Il presidente della Commissione Antimafia in Regione commenta gli arresti di Milano per infiltrazioni mafiose. "Basta con questa vergogna".

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pirellone_regione_lombardia(red.) “La periodicità con la quale emergono sempre più preoccupanti notizie di infiltrazioni della ‘ndrangheta nel tessuto socio economico lombardo deve suscitare una ancor maggiore reazione da parte delle istituzioni”. Lo dichiara il presidente della Commissione Antimafia Gian Antonio Girelli (PD) in merito all’operazione condotta dalla Procura distrettuale antimafia che ha portato all’arresto di 59 persone martedì mattina a Milano.
“Vedendo quanto sta succedendo, abbiamo colto con grande favore la notizia dell’istituzione di una sezione della Dia nella realtà di Brescia – spiega – e rimane forte l’auspicio per il mantenimento dei presidi di polizia sui territori come deterrente e controllo. Se la mafia tende ad alzare sempre più la sua presenza, lo Stato deve mostrare con forza la capacità di combatterla e sconfiggerla. Bisogna mettere in campo con estrema celerità ed efficacia maggiori risorse economiche e finanziarie per indagare e scovare i colpevoli, dare pene certe e non patteggiabili ai mafiosi, a coloro che sostengono le loro attività e anche agli esponenti della politica di diretta emanazione mafiosa o che si piegano ad esserne strumento.
Ma servono anche risorse per mostrare alla mafia e alla ‘ndrangheta che il frutto dei loro crimini viene oggi confiscato e può trovare nuova linfa vitale con persone, associazioni, istituzioni che si spendono per la vittoria dell’economia legale. Qualcosa si sta muovendo a livello regionale e altre risorse le chiederemo già nel prossimo consiglio che tratterà del bilancio 2015. L’Italia e nello specifico la Lombardia, chiamate a sfide economiche e sociali particolarmente difficili, devono oggi liberarsi definitivamente dalla vergogna della mafia e dei mafiosi in ogni singola realtà dove si manifestino e devono farlo investendo ogni energia disponibile. Credo che tutte le persone per bene debbano sentire questa come una battaglia fondamentale e improrogabile. Senza legalità non c’è libertà, non c’è vera democrazia – conclude – e non vi sono i presupposti per un rilancio del sistema Italia”.

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