Brescia, settimana corta per risparmiare?

E' la proposta del presidente della Provincia Pier Luigi Mottinelli per gli istituti secondari superiori. Senza sabato accantonati 2 mln.

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classe_scuola_vuota(red.) Una notizia che farà (probabilmente) la felicità degli studenti delle scuole superiori: Brescia si appresta a varare la settimana corta, ovvero niente lezioni il sabato. Il motivo, però, non è didattico, ma economico.
Il neo presidente della Provincia Pier Luigi Mottinelli, infatti, conti alla mano, ha valutato che, un giorno in meno sui banchi consentirebbe di risparmiare 2 milioni di euro l’anno, un taglio consistente (considerando poi le difficoltà di cassa dell’ente) quindi alle bollette di luce e riscaldamento, ma anche alla voce trasporti.
L’ipotesi è emersa nel corso della seduta consigliare in Broletto di giovedì 27 novembre, una riunione piuttosto movimentata, con l’abbandono dell’aula da parte di alcuni consiglieri di minoranza che hanno lamentato la mancata legittimità della convocazione.
L’ente Provincia è proprietaria di 77 istituti scolastici del territorio, frequentati da circa 50mila studenti.
Accorciare la settimana scolastica si configura come una necessità, ha sottolineato Mottinelli, legata ai tagli dei trasferimenti dello Stato, stimati in 66 milioni di euro sui prossimi tre anni e che si aggiungono al “rosso” da 2 milioni e 800 mila euro delle casse provinciali, per fare fronte ai quali sono già stati operati tagli lineari agli assessorati.
Una proposta mutuata dalla provincia di Pavia dove la settimana scolastica senza sabato è stata avviata quest’anno. Non poche le polemiche che l’hanno accompagnata e che potrebbero innecsarsi anche nel bresciano: le difficoltà sono soprattutto oragnizzative e logistiche per le famiglie e, anche, didattiche per il corpo docente e le dirigenze.
Un’ipotesi che non dispiace all’Ufficio scolastico provinciale guidato da Mario Maviglia, che si è detto favorevole all’idea che, per latro, va incontro  a quello che è già applicato nelresto dei Paesi europei.
Sul banco, ora, però, se la proposta dovesse diventare operativa, ci saranno molti nodi da sciogliere: a partire da quello della riorganizzazione didattica, sia per quanto concerne la pianificazione dei trasporti. I soldi mancano e i tempi stringono.

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