Università degli Studi di Brescia e Columbia University studiano i “tetti verdi” di New York

Più informazioni su

(red.) Sono stati recentemente pubblicati i risultati di una ricerca condotta dalla Columbia University in collaborazione con il Dipartimento di
Ingegneria Civile, Architettura, Territorio, Ambiente e di Matematica dell’Università degli Studi di Brescia (
http://dx.doi.org/10.1016/j.ecoleng.2014.09.080).
Grazie ad un finanziamento di circa 3 milioni di dollari della municipalità di New York a favore della Columbia University sono stati studiati alcuni criteri per favorire una crescita più ecosostenibile della Grande Mela. Tra questi la diffusione intensiva di coperture “verdi”, composte da uno strato di materiali tecnologici, terreno ed essenze erbacee, in grado di trattenere una frazione significativa dell’altezza di pioggia durante temporali di media intensità. I “green roofs”, apprezzati da molti architetti e progettisti del paesaggio urbano, sono un sistema di copertura in grado di ridurre gli effetti dell’isola di calore che si forma nelle città per effetto dell’impermeabilizzazione diffusa delle superfici.
La ricerca è stata possibile anche grazie ad una borsa di studio del Centro interuniversitario di alta formazione H2CU a favore dello studente bresciano Marco Finazzi che ha alloggiato presso il College Italia, struttura ricettiva nel cuore di Manhattan che l’Università degli Studi di Brescia mette a disposizione dei propri studenti più meritevoli. La ricerca potrebbe trovare degli ulteriori sviluppi, anche tecnologici, nell’ambito dei progetti di ricerca sulle “Smart Cities” che sono in corso in diversi centri di ricerca italiani ed europei. Il volume d’acqua trattenuto corrisponde ad una lama d’acqua compresa tra il 30% e il 50% dell’altezza di pioggia caduta durante eventi di media gravità.
I tre tetti verdi di New York, studiati dai ricercatori bresciani e newyorkesi, inducono un ritardo nella formazione delle piene compreso tra venti minuti e alcune ore, riducendo i picchi di portata nei sistemi di smaltimento delle acque meteoriche che sempre più frequentemente si rivelano inadeguati a fronte di una crescita urbana spesso incontrollata.

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.