Circa 1200 carabine Zastava sequestrate

Indagine del Tribunale di Brescia sui fucili diventati famosi per l'assedio di Sarajevo. Sparerebbero a raffica per un difetto di fabbrica.

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(red.) La Squadra Mobile della Questura di Brescia, su delega della Procura della Repubblica di Brescia (pm Francesco Piantoni), sta procedendo con la collaborazione di altre 95 Questure al sequestro di circa 1.200 carabine Zastava modello m76 e Gmtecno GM76 in calibro 8X57 JS attualmente presenti sul territorio nazionale.
I dati forniti dal Banco Nazionale di Prova di Gardone Valle Trompia (Ente che conserva un “anagrafe” di tutte le armi prodotte in Italia e della maggior parte di quelle importate), hanno consentito di individuare oltre 1200 fucili distribuiti, a partire dall’anno 2004, in tutta Italia e attualmente reperibili presso soggetti privati o armerie. La finalità del sequestro, spiega una nota, è quella di verificare con il personale specializzato ogni esemplare, essendo emerso da accertamenti peritali che diverse carabine della stessa marca e modello potrebbero inavvertitamente esplodere colpi “a raffica”.
La carabina è catalogata come arma comune, ed è utilizzata per il tiro sportivo e la caccia. Nasce per il tiro di precisione (fabbricata a Kragujevac – città serba 100 km a sud di Belgrado –  è tristemente nota poiché utilizzata dai cecchini di Milosevic durante l’assedio di Sarajevo – fra il 1992 e il 1996).  Il malfunzionamento, verosimilmente imputabile a un “difetto di fabbrica” e non a successive manomissioni di terzi, in considerazione del grosso calibro che ne rende incontrollabile la raffica, costituisce fonte di pericolo per l’ignaro utilizzatore e le persone “nei paraggi”. Nessuna violazione penale o amministrativa è stata ravvisata a carico dei privati detentori, ignari dell’anomalia sopra rappresenta.
Dal punto di vista giuridico, l’accertamento della possibilità di tiro a raffica, classificherebbe l’arma come “tipo guerra” e ne vieterebbe la detenzione al privato. Nel caso in cui venisse verificata l’assenza di tale anomalia, le carabine potranno essere restituite ai legittimi proprietari, solamente dopo le opportune operazioni di cosiddetta “demilitarizzazione”.

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