«Mense scolastiche, perchè obbligatorie?»

Interrogazione del M5S sul dibattuto tema del pranzo a scuola. Lo spunto dal caso della bimba vegana di Pontevico, ritirata dalla materna.

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 (red.) La richiesta inoltrata sia al Miur (Ministero Istruzione, Università e Ricerca), sia a quello della Salute è di prevedere «norme volte a impedire comportamenti discriminatori da parte degli istituti scolastici in merito a differenti forme di accesso all’alimentazione nonché a modalità di consumo alternative».
L’interrogazione, a firma dei deputati del Movimento 5 Stelle (primo firmatario Claudio Cominardi) prende spunto sulla vicenda che ha tenuto banco nelle scorse settimane sui media locali e anche nazionali e che ha avuto come protagonista un mamma, Stefania Rossini, che ha ritirato da scuola materna di Pontevico (Brescia) la propria figlia di 5 anni poichè il Comune, a cui è affidata la gestione della mensa scolastica, aveva eliminato la possibilità di poter accedere ad una diversa alimentazione (vegana e crudista), «con riferimento alle modalità di consumo degli alimenti che avveniva direttamente presso l’abitazione familiare e non presso gli edifici scolastici».
I pentastellati chiedono «se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti riportati in premessa e se intendano provvedere in via normativa al riconoscimento ed alla tutela del principio della sovranità alimentare a livello locale e nazionale oltre che personale» e, anche, «se l’obbligatorietà della mensa negli istituti scolastici e il mancato riconoscimento da parte della legge di forme alternative all’educazione dell’alimentazione non determini una discriminazione delle tradizioni culturali ed un ostacolo di carattere economico in palese violazione dei principi fondamentali della Costituzione».
Gli onorevoli a cinque stelle, nel testo dell’interrogazione, sottolineano come «negli ultimi anni i cittadini hanno sentito l’esigenza di affermare il principio della sovranità alimentare concernente l’accesso agli alimenti sani e prodotti a livello locale» e che «tale principio è stato recepito nella recente Costituzione dell’Ecuador, all’articolo 13, dove si promuove il principio della sovranità alimentare riconoscendo alle persone ed alla collettività l’accesso sicuro e permanente ad alimenti sani, sufficienti e nutrienti, preferibilmente prodotti localmente e nel rispetto delle diverse identità e tradizioni culturali».
«Il diritto all’accesso ad una alimentazione sana- si legge nel testo- si conforma anche ai principi fondamentali della nostra Carta Costituzionale ritenendosi inviolabile il diritto del cittadino all’autoproduzione e al consumo degli alimenti locali, in tutte le sue modalità, nel rispetto della salute dell’individuo e delle diverse identità e tradizioni culturali e sociali presenti sul territorio nazionale»
«Tuttavia- viene rilevato- il diritto ad una diversa alimentazione, e l’educazione anche familiare che ne consegue, viene compromesso innanzi all’obbligatorietà della mensa scolastica, obbligando gli alunni ad alimentarsi sulla base di valori e principi culturalmente e socialmente diversi rispetto a quelli che potrebbero essere praticati e condivisi nella famiglia di appartenenza, sacrificando tale diritto».
Oltre al caso bresciano, basato su una scelta familiare legata all’alimentazione, viene rimarcato, «si aggiunge quello dei rincari delle mense, come nel caso riportato dal «Corriere.it» del 26 settembre 2013, dove i genitori degli alunni milanesi hanno diffidato, per tramite dei presidente Codacons di Milano Marco Donzelli, l’ufficio scolastico territoriale del comune di Milano affinché non impedisca agli stessi alunni di portarsi i pasti da casa e consumarli nel refettorio comune oppure in classe in modo tale da limitare i costi per le famiglie».
Sempre riportando una notizia apparsa sul «Corriere.it» il Movimento 5 stelle ricorda che a Legnano « è scattato lo sciopero del refettorio e i ragazzi hanno fatto «pic-nic» a scuola, portando i cibi da casa, e boicottando i pasti della Pellegrini, la società che somministrava i pranzi nelle scuole del comune alle porte di Milano».

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