Soffiantini ricorda Delfino: “Non mi fidavo di lui”

Giuseppe Soffiantini e Manlio Milani sul coinvolgimento del generale in due faccende tristi della città di Brescia.

Più informazioni su

(red.) La morte dell’ex generale dei carabinieri Francesco Delfino, avvenuta martedì 2 settembre a Santa Marinella (Roma) all’età di 77 anni, è commentata dall’imprenditore bresciano Giuseppe Soffiantini, rapito dall’anonima sarda nel 1997, e per il quale Delfino fece da intermediario. “E’ stato un personaggio discusso: quando l’ho conosciuto era un brillantissimo ufficiale dei carabinieri. Poi per eccesso di ambizione è andato contro i suoi valori”, dice Soffiantini. Delfino fu condannato per truffa nei confronti della famiglia Soffiantini.
In occasione del rapimento dell’imprenditore l’allora generale dei carabinieri intascò 1 miliardo di lire; soldi che la famiglia Soffiantini aveva dato a Delfino per pagare il riscatto chiesto dai rapitori.  “Mi sono sentito tradito – ricorda oggi l’imprenditore – perché aveva tenuto per sé soldi che la mia famiglia aveva dato per salvarmi la vita. Va detto però – aggiunge Soffiantini – che già prima del sequestro avevo perso la fiducia in Delfino e quando, dopo il rilascio, mi avevano detto dell’interessamento nei miei confronti del generale sapevo che non mi aveva aiutato e mai l’avrebbe fatto”.
“Delfino si è portato nella tomba molti segreti della Strage di Piazza Loggia” ha invece detto Manlio Milani, presidente dell’associazione famigliari vittime della Strage. Delfino fu infatti coinvolto nell’ultimo processo, iniziato nel 2008, e assolto in Primo e Secondo grado. “C’erano prove insufficienti – spiega Milani – ma un uomo delle istituzioni come lui è stato avrebbe dovuto avere sempre il dovere di sottoporsi alla dimensione pubblica. Lui invece si è avvalso della facoltà di non rispondere. Scelta legittima, ma in contrasto con quello che era stato il suo ruolo“.

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.