Baratto: tornare indietro per andare avanti

BexB, una società bresciana, ha creato un network di 3mila aziende. Nel 2013 il giro d'affari complessivo è arrivato a 86 milioni di euro.

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(red.) La crisi economica continua a mietere “vittime”.
Per superare il momento di stallo, a Brescia, c’è chi ha deciso che la soluzione migliore non consiste nell’andare avanti ma, al contrario, nel tornare indietro di qualche migliaio di anni.
BexB, un’innovativa società bresciana, ha deciso di raccogliere la sfida. E non è neanche andata malaccio.
Secondo quanto reso noto, infatti, la società, solo nel 2013 è riuscita ad alimentare un mercato di scambi del valore complessivo di 86 milioni di euro.
La società, nata nel 2011, è  guidata da Silvio Bettini.
Il gruppo raccoglie oggi circa 3mila aziende attive in 86 province italiane (circa il 10% nella Provincia di Brescia) e 9 realtà estere. Il modello, già consolidato negli Stati Uniti, è in estrema sintesi quello del baratto, anche se l’espressione giusta sarebbe “baratto differito”.
Il meccanismo che rende possibile questa pratica è decisamente articolato e, in buona parte, viene gestito on line dalla piattaforma www.bexb.it.
Gli imprenditori associati al network BexB utilizzano per i propri scambi un sistema di “compensazione multilaterale” basato sulla moneta complementare “EuroBexb”.
In sostanza, chi cede un bene o un servizio guadagna risorse (EuroBexb, appunto) da spendere all’interno del circuito. Beni e servizi possono poi essere acquisiti anche da terzi e non solo, come nel baratto classico, dalla persona con cui si è effettuato il primo scambio.
Un sistema complesso la cui solidità finanziaria è garantita dal fatto che tutte le transazioni in compensazione sono assicurate contro il rischio d’insolvenza da una delle società leader mondiali nel settore dell’assicurazione dei crediti.
 «Un esempio può aiutare – fanno sapere da BexB – ,A maggio un’impresa edile di Brescia ha rifatto la copertura di un’azienda con sede nella provincia di Mantova: un’operazione del valore di 345mila euro. La società venditrice ha ora un credito commerciale spendibile da subito con qualsiasi fornitore del network e comunque garantito. Ma l’acquirente non ha tirato fuori un centesimo e non ha chiesto prestiti alle banche: pagherà vendendo i propri prodotti ai clienti del circuito. Il tutto con un range di possibilità pressoché infinito: guardando alle transazioni fatte negli ultimi anni, infatti, si passa dai 7 euro di un blocchetto di post-it al milione e 200mila per la fornitura e la posa di un tetto».

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