Brescia-Cremona, i nuovi treni? «Hanno 40 anni»

Secondo quanto riferito da Legambiente, sarebbero in arrivo sulla tratta 12 convogli diesel degli anni 70’, fermi da tempo.

(red.) La settimana scorsa i sindaci di Bergamo e di Cremona  avevano scritto alla Regione che era giunto il tempo di cambiare passo nella gestione di Trenord, per migliorare la qualità del servizio ferroviario regionale. Mentre il sindaco di Bergamo Giorgio Gori aveva sottolineato i disagi, non più sopportabili, dei pendolari della Bergamo Milano, il primo cittadino della città del Torrazzo, Gianluca Galimberti, in asinergia con il collega bresciano Emilio Del Bono, aveva chiesto di togliere dalla circolazione i vecchi ed inquinanti treni diesel che sferragliano sulla Cremona Brescia, Parma Brescia e Cremona Treviglio, sostituendoli con treni elettrici.
L’assessore ai trasporti, il bresciano (ex numero uno in Broletto) Alberto Cavalli ha risposto a stretto giro di posta, che sono in arrivo 62 nuovi treni e che l’offerta era stata potenziata sulla Treviglio Milano. Non solo, ma i lievi disservizi e le soppressioni dei giorni precedenti  erano da attribuirsi al periodo estivo, in cui si accentuano i livelli di manutenzione alla rete e ai treni e che, comunque, gli indici di puntualità sono in rialzo.
In realtà pare che le cose non stiano così, almeno secondo la notizia diffusa da Dario Balotta di Legambiente, secondo cui sarebbero in arrivo sulla tratta Brescia-Cremona  treni diesel  con oltre quaranta anni di vita: «Ci risulta- afferma il responsabile trasporti del cigno verde per la Lombardia- che in questi giorni sono arrivati dal Deposito Locomotive di Treviso a quello di  Cremona 12 convogli diesel Ale 668 degli anni 70’ serie 1200 (la più vecchia) che erano fermi da anni. Al deposito cremonese spetta il compito di dare leggeri ritocchi e una messa a punto per rimettere in moto questi vecchi treni sulle linee del cremonese, del bresciano e della bergamasca».
«Secondo il programma di Trenord- continua Balotta in una nota- verranno spostati a Milano i treni elettrici Ale 662 degli anni 80’ per far fronte alle esigenze imminenti dell’expo. Expo 2015 dove i ritardi non sono solo infrastrutturali, ma anche gestionali e di pianificazioni dei servizi di trasporto. C’è da chiedersi se l’azionista di controllo di Trenord, nonché pagatore dei contributi d’esercizio, cioè la Regione Lombardia, sia è al corrente di questa scelta del management aziendale».
«Se è questa l’attenzione chiesta a Trenord dall’assessore Cavalli, no grazie- è il commento di Legambiente. Trenord deve uscire dallo stato confusionale in cui si trova, da quando  nel dicembre del 2012 ci fu la “Caporetto” ferroviaria lombarda e vennero soppressi centinaia di treni ogni giorno per una settimana consecutiva. La regione dovrebbe pretendere da Trenord  una efficace riorganizzazione interna, la riduzione dei costi di gestione, che sono alle stelle, e fare una verifica sul management aziendale, piuttosto che continuare con le solite promesse. Il servizio ferroviario andrebbe messo a gara come avviene nel resto d’Europa. Non possiamo credere che l’invio di una dozzina di vecchi e inquinanti treni diesel a Cremona sia la risposta della regione  al Sindaco, che non ha voluto concedere il quadro dell’Arcimboldo all’Expo».

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