Catullo Spa, la Cdc di Brescia lascia e se ne va

La Camera di Commercio eserciterà il diritto di recesso dopo la decisione della società di varare un aumento di capitale.

(red.) Aumento di capitale per sviluppo infrastrutturale degli aeroporti di Brescia e Verona? No, grazie. La Camera di Commercio bresciana, presieduta da Francesco Bettoni, non ci sta e decide di uscire di scena.
Come ha spiegato il numero uno di via Einuadi, verrà esercitato il diritto di recesso, come previsto dal codice civile.
I motivi della scelta della Cdc? Sono due: la necessità di ridurre la spesa dell’ente, in un momento in cui il Governo ha calato la mammania sugli organismi camerali e, in secondo luogo, la delusione legata ai mancati risultati economici dello scalo di Montichiari.
I risultati della gestione scalidera dalla Catullo Spa (che gesticse i due aeroporti, quello di Villafranca e quello di Montichiari) sono stati, secondo Bettoni, ben al di sotto delle aspettative. Meglio quindi chiudere la partita ora, secondo il presidente della Camera di Commercio bresciana.
La Cdc detiene attualmente una quota del 3,1%, che verrà rimborsata proprozionalmente al valore del patrimonio sociale. La quota “libera” della Cdc diventerà probabilmente parte del capitatle inoptato nella seconda fase dell’operazione che la Catullo ha messo sul tavolo, ovvero con l’ingresso della veneziana Save nella società.
Catullo Spa è controllata al 71% dalla newco Aerogest, società cui sono confluite la maggiro parte delle quote dei soci. La Provincia di Brescia detiene a sua volta un altro 3,1% del capitale. Anche il Broletto (che, lo ricordiamo, è in fase di dismisisone, dopo il decreto legge Delrio che ha cancellato buona parte delgi enti provinciali sul territorio nazionale)deve decidere se rimanere nella squadra di Catullo o seguire la stessa strada della Cdc.

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