Salvataggio Brescia, “Ubi prevaricatrice”

Gli ultrà del gruppo Brescia 1911 criticano la situazione creatasi: "La banca è interessata soltanto a recuperare un po' di euro in più".

(red.) Dopo un silenzio notato da tutti, torna a parlare il Brescia 1911, gruppo di tifosi organizzato che, da diversi anni, segue il Brescia calcio. “In queste settimane concitate”, si legge in una nota del gruppo, “durante le quali si giocava il destino del nostro amato Brescia, molti ci hanno chiesto una presa di posizione sugli avvenimenti in corso. Per scelta, e per alcune ragioni ben precise, abbiamo invece deciso di non esporci pubblicamente, lasciando che gli eventi facessero il loro corso ineluttabile”.
Secondo gli ultrà, infatti, era impensabile che il Brescia fallisse, ma per un motivo preciso: “Eravamo certi che il “main sponsor” (il gruppo UBi Banca ndr) del Brescia non avrebbe permesso un fallimento di questa portata, pena la perdita di tutti i suoi crediti vantati nei confronti della società (si parla di venti milioni di euro, ma probabilmente sono molti di più, non certo bruscolini quindi). Si tratta di una banca, fra l’altro quotata in borsa, perciò, come tutti gli istituti di credito, alla fine ha fatto valere la sua natura prevaricatrice e affaristica con la speranza di rientrare -prima o poi- di qualche milione di euro; di certo non ha agito per un’innata vocazione solidale nei confronti dei tifosi biancoblù (ma davvero c’è chi pensa che abbia fatto ciò che ha fatto per passione?). Semmai, verrebbe da chiedersi come abbiano potuto esporsi in questa maniera grottesca con la famiglia C., e, ancor più, bisognerebbe chiedersi cosa saranno disposti a fare per recuperare i denari letteralmente bruciati dalla stessa famiglia”.
Il 1911 ha sollevato, inoltre, un’altra questione assai rilevante per il futuro del club sportivo: “Tranne i diretti interessati e pochi altri “fortunati”, nessuno sa esattamente che tipo di cambiamento sia avvenuto in seno alla società, questo a dispetto della tanto decantata trasparenza (la famiglia C. è stata scalzata realmente o è stata fatta un’operazione strategica per calmare gli animi più “impenitenti”, dando così a molti la possibilità di ritornare sui propri passi e ricominciare una nuova stagione “fantasmagorica”, caratterizzata -ancora una volta- da proclami e abbonamenti in massa?). Una cosa è certa: la situazione è ancora drammatica, e non solo dal punto di vista finanziario.
Considerando che in questo istante il Brescia Calcio è -a prima vista- in mano a un commercialista, oltretutto da anni uomo di fiducia della famiglia C. (quindi corresponsabile di questa disfatta alla pari di UBI Banca e dei vari personaggi che sono gravitati intorno alla società), e che nessun altro dirigente è stato sostituito, a cominciare dal vituperato direttore sportivo, fautore di un campionato a dir poco grottesco, chiunque abbia vissuto gli ultimi vent’anni della storia della Leonessa non potrà certo dormire sonni tranquilli. Per questo vogliamo dare alla “nuova” società un ultimo, spassionato consiglio: invece di pensare a fare il maggior numero di abbonamenti possibile, cerchi di investire energie nella ricerca di professionisti seri e capaci da inserire nei ruoli chiave dell’organigramma!

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