Cattaneo: «Stamina? Una pratica tribale»

La scienziata e senatrice in una conferenza a Catania è tornata a parlare del discusso metodo di Davide Vannoni. «Basta trappole simili».

(red.) «Ogni mattina comincia come se stessi puntando alla luna». Elena Cattaneo, senatrice a vita, direttrice del laboratorio di Biologia delle cellule staminali e Farmacologia delle malattie neurodegenerative, nonchè  ordinario dell’ateneo di Milano, ha tenuto una lezione dal titolo «Storie di uomini, geni e staminali» alla Scuola superiore dell’università di Catania.
Il punto di partenza è la figura di George Otto Gey, scienziato statunitense che negli Anni ’50 portò a termine una ricerca in campo oncologico messa a disposizione dei colleghi gratuitamente. «La scienza non è tua, è dei cittadini», ha esclamato rivolta alla platea.
Cattaneo si è soffermata a lungo sul tema del metodo scientifico e della sua applicazione, con la necessità di verificare costantemente i dati scientifici. «Tutti ormai si sentono esperti di staminali o di vaccini o di terremoti… o di molto altro ancora», ha commentato amaramente. Il riferimento è al caso Stamina. La verità arriva dopo «chili di prove. Ma non nel tuo cassetto, pubbliche», ha ribadito sottolinenado come la scienza sia «strumento per aumentare la consapevolezza di quello che l’uomo può fare».
«I ciarlatani non mi preoccupano -ha detto la scienziata- sono sempre esistiti. Mi preoccupano le vittime». Il trattamento messo a punto da Davide Vannoni (ora sospeso al Civile di Brescia per il rifiuto dei medici ad effettuare le somministrazioni) viene definito «una pratica tribale». Poi la professoressa condivide il profilo dell’imbonitore-tipo: «La sua terapia è alternativa, segreta, altruista e disinteressata, miracolosa, idonea a curare più patologie diverse». Da parte sua «il ciarlatano è una vittima, incompreso, può avere una laurea, sviluppa una strategia di persuasione organizzata». A contrapporsi a questa figura è il medico, identificato come la persona che «fa tutto ciò che può, incluso dichiarare la propria impotenza quando tale è». «La speranza di una cura – spiega – non passa per nessuna scorciatoia».
«Sono temi complessi, posso capire che gli onorevoli non sappiano, ma quando c’è da legiferare devono essere in grado di capire», ha detto la senatrice che ha sottolinetao come «l’ultima parola è della politica, ma vorrei che fosse giusta e onesta».
Cattaneo ha ribadito di non voler demonizzare l’utilizzo delle staminali, quanto piuttostosi debbano «demonizzare comportamenti stile Stamina». Perché, aggiunge, «non vogliamo più cadere in trappole simili».

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