Lettere al direttore

«Statale Brescia, serve una marcia in più»

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Egregio Direttore,
è stata pubblicata nei giorni scorsi dalla testata giornalistica una graduatoria sulle Università italiane. Diversi i parametri presi in considerazione per redarre la classifica – e tra questi ricerca, didattica, stage, attrattività, capacità occupazionale –, ma diverse anche le agenzie valutative considerate.
Dal combinato disposto, l’Ateneo cittadino risulta essere un’Università Statale di medio livello, il cui unico punto forte è la capacità di trasformare entro un anno dalla laurea gli studi effettuati in un’occupazione. Anche questo parametro dovrebbe onestamente distinguere che molte regioni si distinguono dalle più o meno povere di richiesta lavoro!! Sempre se le riforme promesse dal Governo Renzi, mettano in trasparenza il sommerso!! Quanto le statistiche vadano considerate attentamente e quanto i parametri valutativi debbano essere molto precisi altrimenti emergono non poche perplessità tipo il fatto che i bresciani si dichiarano insoddisfatti della loro Università. Cosa è importante per uno studente? Quale deve essere il fine di un ciclo di studi universitari? Cosa si chiede debba produrre un’Università? Le università sono le istituzioni
depositarie della conoscenza e rappresentano il principale veicolo per la diffusione delle innovazioni e dei cambiamenti in tutti i settori disciplinari.
Un’istituzione universitaria è potenzialmente garanzia di crescita e di miglioramento per il territorio in cui è insediata. Non sempre, però, i
rapporti e le relazioni tra università e contesto sociale ed economico in cui operano sono tali da garantire una comunicazione efficace e il trasferimento del bagaglio di innovazione e di competenze dall’università al territorio. Qui non si accenna alla riforma per evidenziare l’enorme sforzo che l’Università Statale di Brescia ha dovuto sostenere in questi anni per rispondere ai numerosi cambiamenti da cui è stata interessata. Si tratta di uno sforzo di cui non è ancora possibile comprendere appieno i risultati, siano essi positivi o negativi. Tra gli obiettivi della riforma vi era quello di aumentare il numero dei laureati, riducendo il forte divario con gli altri Paesi occidentali relativo alla quota di popolazione laureata e, in particolare, ai giovani in possesso di un titolo di studio universitario. Questa esigenza è strettamente legata alla necessità di garantire un capitale umano idoneo a rispondere alla richiesta di fare dell’Europa “l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo”. I numeri confermano che l’Italia è passata da circa il 10% di laureati nel 1999 a circa il 20% nel 2009. Il dato si riferisce ai giovani di età compresa tra 25 e 34 anni. Il mercato del lavoro, (che nel nostro Paese tragicamente varia da Regione a Regione) quindi, ha a disposizione risorse altamente qualificate in quantità superiore rispetto a quelle disponibili 10 anni fa. I numeri non sono sufficienti a identificare in
maniera univoca un cambiamento sostanziale (della nostra Università Statale) e nettamente positivo del capitale umano prodotto dalle/a nostra università e a disposizione del Paese. E’ necessario ancora lavorare molto. Il ritardo italiano e della nostro territorio non può essere colmato in pochi anni, inoltre il nuovo sistema universitario necessita di essere migliorato e presenta alcuni problemi (auto-referenzialità delle università, interessi del corpo docente prioritari rispetto a quelli degli studenti, scarso interesse per le esigenze del mondo del lavoro, carenza di azioni di sistema, ecc.) che spesso, forse troppo spesso, vengono evidenziati come causa principale della scarsa innovazione del nostro sistema produttivo e della difficoltà di inserimento dei laureati e non, nel mercato del lavoro. Che fare? E’ sufficiente prevedere modifiche, interventi e altro sul sistema universitario Bresciano oppure è fondamentale muoversi anche in altre direzioni? Certo se il Senato Accademico della Statale perde il Suo tempo nel repentinamente modificare Statuto per fare entrare dalla finestra illegale-illegittima in sfregio alle L. Gelmini e Provvedimento del Governo Renzi, che alla bella età di 70 anni, possano godersi la pensione e se vogliono fare da traghettatori-tutor
sennò altri Batman Professori in pensione arriveranno prepotentemente dalla finestra!!! Piccola provocazione e proposta: venderei Giurisprudenza (annessi tutti i professori) e al suo posto attiverei un nuovo Corso di Criminologia avendo laboratori e strutture Ospedaliere di eccellenza in collaborazione con IZSLER. E farei partire anche Scienze Politiche, Veterinaria con l’Ist. Pastori in collaborazione
con IZSLER. Per l’ospitalità studenti utilizzerei le torri una ripulitina a spese dell’ex Aler e un bel cappotto in vetro per migliorare l’orribile disegno architettonico essendoci li comoda la metro che porterebbe gli studenti nelle loro rispettive scuole e università. Occorre migliorare non solo l’università quindi, ma l’attrattiva della stessa città e periferia. Come Campus abbiamo l’eccellenza La Fondazione Lucchini. Poi abbiamo l’E.U.L.O che potrebbe entrare e rivestire la direzione del CSMT..  Certo il Sindaco della nostra Città Capoluogo ha il potere di indirizzo..! Si spera prima che ricopra anche la nuova figura Costituzionale “Senatore”.

Celso Vassalini                                      ex membro del Consiglio di Amministrazione dell’Università Statale di Brescia

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