Milano, Bologna e Verona, dove migrano i cervelli bresciani?

Sono 11 mila gli studenti che da Brescia muovono verso altri atenei. La prediletta rimane Milano, seguono Verona, Padova e Pavia.

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(red.) Giovani cervelli migrano. Brescia non è certo un polo universitario e, nonostante le facoltà cittadine si siano sviluppate, sono ancora tantissimi gli studenti bresciani che decidono di fare le valige e andarsene a studiare altrove.
La conta totale dei laureandi in trasferta fuori dalle mura universitarie bresciane, infatti, si aggira attorno alle 11 mila unità,con l’esclusione di coloro che hanno varcato addirittura i confini nazionali per proseguire i propri studi all’estero. Una cifra non di poco conto se si pensa che gli iscritti alla statale di Brescia nel 2013/2014 sono stati poco più di 14mila, mentre alla Cattolica se ne sono contati molto meno: circa 4 mila. Le mete predilette dei giovani migranti sono ovviamente quelle più vicine a Brescia ma anche quelle che garantiscono una più elevata qualità degli studi.
Tra coloro che hanno scelto di studiare fuori Brescia, non stupisce che il dato più corposo, 4.341 iscritti, afferisca ai 7 atenei con sede a Milano. Qui, i numeri crescono dai 38 studenti frequentanti il SanRaffaele, ai 112 di Iulm, passandoper i 289 della Cattolica, i 373 della Bocconi e i 500 della Bicocca. I dati si impennano guardando al Politecnico, con 1.142 bresciani e raggiungono il picco con i 1.887 dell’Università statale. Umanistico è l’ambito preferenziale della maggioranza di coloro che frequentano quest’ultima, testimoniato dai 366 iscritti, mentre Architettura è il cavallo di battaglia dei bresciani, 522, che frequentano il Politecnico. L’area psicologica si qualifica invece come quella più quotata dagli studenti della Bicocca.
A Bergamo, stando ai dati, ci si reca soprattutto per studiare Lingue, ma anche Scienze umane e sociali. Stesso ambito prediletto, coordinate diverse, a Verona si contano 1.293 universitari provenienti da Brescia.  A Parma, invece, i bresciani si trasferiscono per studiare Farmacia.  Virando verso l’Alma mater bolognese, si assiste ad un cambio di tendenza che sterza verso le Scienze politiche e delle relazioni internazionali, insieme all’ambito giuridico di studi.
Eppure ci sono anche studenti che seguono il percorso contrario, ovvero che dalle città limitrofe si spostano a Brescia per frequentare le sue facoltà. La più gettonata è sicuramente quella di Medicina che attira studenti da tutta la Lombardia e in particolare da Como, Bergamo, Cremona e Mantova. Certo però non si ragiona in terimini di migliaia di unità ma di qualche centinaio. D’altronde, perché i bresciani vanno a studiare fuori? «O perché altrove sono attivati corsi che qui mancano – dice il rettore dell’Unifersità degli studi di Brescia Sergio Pecorelli -, o per una serie di servizi che altre città offrono: ad esempio Pavia è una vera e propria cittadella universitaria. Le scelte dipendono quindi non solo dalle opportunità socio- economiche e dalle offerte didattiche, ma anche dalla situazione ambientale». Occorre migliorare non solo l’università quindi, ma l’attrattiva della stessa città.

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