Acqua: in via della Razziche non si può bere

Lo stabilisce un'ordinanza del sindaco Emilio Del Bono dopo che erano stati trovati 65 micrgorammi/litro di cromo VI in un appartamento al civico 1/5.

(red.) Cromo esavalente oltre i limiti? Vietato bere l’acqua.
Lo stabilisce l’ordinanza contingibile e urgente del sindaco di Brescia Emilio Del Bono, già notificata ai residenti del condominio “Sei case” di via delle Razziche 1/5. Da un paio di famiglie era arrivata, infatti, la segnalazione, inviata al sindaco stesso il 2 aprile, che nell’acqua, secondo le analisi effettuate in un laboratorio accreditato, c’erano ben 65 microgrammi/litro, oltre il limite dei 50.  «Abbiamo subito chiesto ad A2A Ciclo Idrico e ad Asl», ha ricordato Del Bono, «quale fosse lo stato dell’arte presso i punti rete prossimi alle abitazioni e dove era possibile fare prelievi il più vicino possibile alla struttura abitativa. Dalle verifiche fatte nelle 24 ore, sono emersi dati del tutto coerenti con quelli già in nostro possesso e quindi rassicuranti rispetto ai limiti previsti dalla legge».
Come ricostruisce il primo cittadino, il gestore ha preso contatto con gli interessati, per rendersi disponibili con prelievi in contraddittorio. Tramite telefono, email (venerdì 4 aprile), raccomandata con ricevuta di ritorno (martedì 8 aprile), il gestore si è dimostrato solerte a verificare se ci fossero anomalie all’interno delle palazzine. «Non avendo avuto riscontro da parte degli interlocutori, io ho ritenuto di adottare il provvedimento di ordinanza contingibile ed urgente in cui si dispone il divieto di utilizzo temporaneo dell’acqua a scopo alimentare, in attesa che siano fatte da parte dell’amministratore pro-tempore del condominio le verifiche del caso. Se fossero trovati dati», ha aggiunto Del Bono, «ancora fuori dalla norma, non sarebbe più possibile usare l’acqua. Le cause vanno indagate ora dalla proprietà privata, e bisogna intervenire per risolvere il problema. Penso che abbiamo avuto la rapidità e la giusta severità che un’amministrazione deve dimostrare. Abbiamo agito con trasparenza e rigore».
Ora la palla, dunque, passa ai privati che dovranno comunicare poi a Comune ed Asl le modalità di prelievo e i risultati delle analisi. Sarà Asl, poi, a dire se le modalità usate vanno bene, quando l’amministratore darà l’assenso ad entrare negli appartamenti. Se fosse stato possibile fare i prelievi in contraddittorio, forse non si sarebbe arrivati a tanto. Resta, poi, il punto sui controlli fai da te. «Fare dei campioni non è semplice», ha ricordato l’assessore all’ambiente Gianluigi Fondra, «perché il campione ha lo scopo di dimostrare qualcosa non solo per sé, ma anche per gli altri. Abbiamo già coinvolto l’osservatorio sull’acquaC, per dare tutte le indicazioni e le cautele del caso, che ognuno deve prendere nel momento in cui decide di far analizzare la propria acqua. Il fai da te è meglio che sia meditato».

 

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